Alcuni generi di risposte spiritose

Cum familiaris eius quereretur dicens uxorem suam se suspendisse de ficu, Siculus quidam: «Amabo te, – inquit – da mihi ex ista arbore surculos quos seram». In eodem genere est quod Catulus dixit cuidam oratori malo; qui cum in epilogo misericordiam se movisse putaret, postquam adsedit, rogavit hunc: «Videorne tibi misericordiam movisse?» «Ac magnam quidem – inquit Catulus – neminem enim puto esse tam durum cui oratio tua non digna misericordia visa sit». Viri prudentes interdum subabsurde salseque respondent, simulantes se non intellegisse. Ex quo genere est etiam videri non intellegere quod intellegas, ut Pontidius qui cuidam quaerenti: «Quomodo existimas eum qui in adulterio deprehenditur?» «Tardum!» respondit.

Cicerone

Un Siciliano, poiché un suo amico si doleva dicendo che la propria moglie si era impiccata a un fico: “Ti prego, – disse – dammi da quest’albero i polloni affinché io li pianti”. Sullo stesso genere è ciò che disse Catulo ad un cattivo oratore; il quale credendo di aver suscitato la compassione nel corso della sua perorazione, quando si sedette, lo interrogò: “Ti sembra che io abbia suscitato misericordia?” “E certamente grande – disse Catulo – credo infatti che non vi sia nessuno così insensibile a cui il tuo discorso non appaia degno di misericordia”. Gli uomini saggi talvolta rispondono in modo assurdo e spiritoso, fingendo di non aver capito. Di questo tipo è anche il sembrare di non aver capito ciò che si capisce, come Pontidio che ad uno che gli chiedeva: “Come giudichi quello che viene sorpreso in adulterio?” “Uno che tarda!” rispose.