Alessandro sposa Rossane

Inde pervenit Alexander in regionem, quam Oxyartes («Ossiarte», nom. m. sing.) satrapes nobilis administrabat, qui se regis potestati fideique permisit. Ille, imperio ei reddito, ut duo ex tribus filiis secum militarent, tantum exegit. Satrapes barbara opulentia convivium, quo regem accipiebat, instruxerat. Id cum multa comitate celebraretur, introduci triginta nobiles virgines iussit. Inter quas erat filia ipsius, Roxane nomine, eximia corporis specie et decore habitus in barbaris raro. Quae omnium tamen oculos convertit in se, maxime regis, minus iam cupiditatibus suis imperantis inter obsequia fortunae, contra quam non satis cauta mortalitas est. Itaque ille, virginis amore captus, statuit eam in matrimonium ducere et ita effusus est qui diceret ad stabilitatem regni pertinere Persas et Macedones conubio iungi atque etiam Achillem, a quo genus ipse deduxerat, captivam uxorem duxisse. Insperato gaudio laetus pater sermonem eius excepit et rex geri iussit patrio more panem quem, gladio divisum, coniuges libabant.

Curzio Rufo

Quindi Alessandro giunse nella regione che governava il nobile satrapo Ossiarte, il quale si affidò all’autorità e alla protezione del re. Egli (=Alessandro), restituitogli il potere, richiese soltanto che due dei tre figli militassero con lui. Il satrapo aveva preparato un banchetto, con cui riceveva il re, con barbara opulenza. Mentre lo si celebrava con molta affabilità, ordinò di far entrare trenta nobili vergini. Tra le quali vi era sua figlia, di nome Rossane, di straordinaria bellezza fisica e con una grazia del portamento rara tra i barbari. Ella attirò su di sè gli sguardi di tutti, soprattutto del re, il quale ormai dominava meno le sue passioni in mezzo ai favori della fortuna, di fronte alla quale l’umanità non è sufficientemente prudente. Perciò egli, preso dall’amore per la fanciulla, decise di sposarla e si lasciò andare al punto da affermare che per la stabilità del regno era importante che Persiani e Macedoni si unissero in matrimonio e che anche Achille, da cui egli stesso era disceso, aveva sposato una prigioniera. Il padre accolse il suo discorso lieto per l’inaspettata gioia e ordinò di portare al re, secondo la tradizione patria, un pane che, diviso con la spada, i coniugi assaggiavano.