Resistenza di Numanzia

Q. Pompeius consul, a Numantinis superatus, pacem ignobilem fecit. Post eum C. Hostilius Mancinus consul iterum cum Numantinis pacem fecit infamem, quam populus et senatus iussit infringi atque ipsum Mancinum hostibus tradi, ut in illo, quem auctorem foederis habebant, iniuriam soluti foederis vindicarent. Post tantam igitur ignominiam, qua a Numantinis bis Romani exercitus fuerant subiugati, P. Scipio Africanus secundo consul factus et ad Numantiam missus est. Is primum militem vitiosum et ignavum exercendo magis quam puniendo («più con l’esercitarlo che con il punirlo») sine aliqua acerbitate correxit, tum multas Hispaniae civitates partim cepit, partim in deditionem accepit, postremo ipsam Numantiam diu obsessam fame confecit et a solo evertit.

Eutropio

Il console Quinto Pompeo, vinto dagli abitanti di Numanzia, concluse una pace ingloriosa. Dopo di lui il console Gaio Ostilio Mancino per la seconda volta stipulò con in Numantini una pace vergognosa, che il popolo e il senato ordinarono di violare e comandarono di consegnare ai nemici lo stesso Mancino, affinché su di lui, che consideravano il promotore del trattato, vendicassero l’offesa della rottura dell’accordo. Allora, dopo il grande disonore, con cui gli eserciti Romani erano stati due volte sottomessi dai Numantini, venne eletto console per la seconda volta Publio Scipione Africano e fu inviato a Numanzia. Egli in primo luogo richiamò all’ordine, senza alcuna durezza più con l’esercitarlo che con il punirlo, il soldato vizioso e indolente, poi espugnò molte città della Spagna, di altre ne accettò la resa, infine sfinì per fame la stessa Numanzia a lungo assediata e la distrusse dalle fondamenta.