Che cosa di positivo ha la vita?

Si quis deus mihi largiatur, ut ex hac aetate repuerascam et in cunis vagiam, valde recusem, nec vero velim quasi decurso spatio ad carceres a calce revocari. Quid habet enim vita commodi? Quid non potius laboris? Sed habeat sane, habet certe tamen aut satietatem aut modum. Non lubet enim mihi deplorare vitam, quod multi, et ei docti, saepe fecerunt, neque me vixisse paenitet, quoniam ita vixi, ut non frustra me natum existimem, ut ex vita ita discedo tamquam ex hospitio, non tamquam e domo. Commorandi enim natura devorsorium nobis, non habitandi dedit. O praeclarum diem, cum in illud divinum animorum concilium coetumque proficiscar cumque ex hac turba et conluvione discedam!

Cicerone

Se un qualche dio mi concedesse di ridiventare bambino da quest’età e vagire nella culla, certamente rifiuterei, né senza dubbio vorrei, dopo aver percorso la posta, essere richiamato ai cancelli dal traguardo. Che cosa ha infatti di positivo la vita? Cosa, piuttosto, non ha di doloroso? Ma ammettiamo pure che l’abbia, ha tuttavia certamente sazietà o misura. Non mi piace infatti deplorare la vita, cosa che molti, e per giunta colti, hanno fatto spesso, né mi pento di aver vissuto, poiché ho vissuto in maniera tale che ritengo di non essere nato invano, e mi allontano dalla vita come da un alloggio, non come da una casa. Infatti la natura ci ha dato un alloggio per trattenersi, non per abitare. O splendido il giorno, quando partirò per quel divino concilio e consesso di anime e mi allontanerò da questa ressa e confusione!