Demostene e la vecchia

Demosthenes, omnium oratorum clarissimus, astutia sua quondam mirifice succurrit (+ dat.) cuidam aniculae, quae pecuniam, depositi nomine, a duobus hospitibus acceperat ea condicione: ut illam simul utrisque redderet. Quorum alter, pecuniae nimis studiosus, interiecto tempore, tamquam mortuo socio, squalore obsitus aniculae deceptae omnes nummos abstulit. Supervenit deinde alter et depositum petere coepit. Haerebat misera, et pecuniae et defensionis orba; iam de laqueo et suspendio cogitabat, sed opportune Demosthenes ei patronus adfulsit. Qui, ut in advocationem venit, “Mulier – inquit – parata est depositum solvere, sed, nisi socium adduxeris, id facere non potest, quoniam, ut ipse vociferaris, haec dicta est lex: ne pecunia alteri sine altero numeraretur”.

Valerio Massimo

Demostene, il più famoso tra tutti gli oratori, una volta con la sua abilità soccorse in modo mirabile una vecchietta, che aveva ricevuto da due ospiti, a titolo di deposito, una somma di denaro alla condizione: che la restituisse a tutt’e due nello stesso momento. Uno di costoro, molto avido di denaro, trascorso del tempo, come se il compagno fosse morto, vestito a lutto portò via tutti i denari alla vecchietta che era stata tratta in inganno. Giunse in seguito l’altro e cominciò a chiedere il deposito. La misera si trovava in difficoltà, priva sia del denaro che di un difensore; pensava già al cappio e all’impiccarsi, ma al momento opportuno le apparve come difensore Demostene. Costui, quando andò alla trattazione della causa, disse: “La donna è pronta a pagare il deposito, ma se tu non condurrai il tuo compagno, non può farlo, dal momento che, come tu stesso dici, è stata fissata questa regola: che la somma di denaro non venisse pagata all’uno senza l’altro”.