Ci vuole moderazione anche nel dolore

Innumerabilia sunt exempla eorum qui liberos iuvenes sine lacrimis extulerint, qui in senatum, aut in aliquod publicum officium a rogo redirint et statim aliud egerint. Nec immerito: nam primum supervacuum est dolere, si nihil dolendo proficias; deinde iniquum est queri de eo quod uni accidit, omnibus restat. Flet aliquis factum, quod non ignorabat futurum (esse)? Flet aliquid factum, quod aiebat non posse non fieri? Quisquis aliquem queritur mortuum esse, queritur hominem fuisse. Omnes eadem condicio devinxit: cui nasci contigit, mori restat. Quid? Nunc ergo duritiam suadeo et in funêre ipso rigere vultum volo et animum ne contrahi quidem patior? Minime. Excidunt etiam renitentibus lacrimae, et animum profusae levant. Permittamus illis cadere, non imperemus; fluant quantum affectus eiecerit, non quantum poscet imitatio. Deinde frequenter de illo loquere et memoriam eius, quantum potes, celebra. Si quos sermones eius, si quos, quamvis parvuli, iocos cum voluptate audieras, saepius repete.

Maiorum Lingua C – Seneca

Innumerevoli sono i casi di coloro i quali hanno seppellito i figli giovani senza lacrime e che in senato o in qualche cerimonia pubblica sono ritornati dalla cremazione e si sono dedicati subito ad altro. E non senza motivo: anzitutto è superfluo dolersi, se nel dolore non ottieni nulla; in secondo luogo è ingiusto lamentarsi di ciò che accade a una sola persona: a tutti resta. Uno piange un evento, che non ignorava sarebbe accaduto? Chiunque lamenti la morte di qualcuno lamenta che si tratti di un uomo. La stessa condizione ha avvinto tutti: a chi è toccato di nascere resta la morte. Perché? Ora dunque consiglio l’asprezza e voglio che durante il momento stesso del funerale il volto si irrigidisca e non permetto neppure di raccogliere l’animo? Niente affatto. Anche a chi fa resistenza fuoriescono lacrime e sollevano l’animo diffondendosi sul volto. Concediamo, non ordiniamo loro che esse cadano; scorrano quanto l’emozione avrà spinto fuori, non quanto richiederà l’attitudine a imitare. Ricordati di parlare spesso del defunto e del suo ricordo, per quanto puoi. Se con piacere avevi udito spesso i suoi discorsi, i suoi scherzi, per quanto piccolini, richiamali più volte.