Ciro vince gli Sciti con l’inganno

Post innumeras et claras victorias, Cyrus, iam Asiae dominus, Scythis bellum indicit. Erat tunc Scytharum regina Tamyris (Tamiri, nom.), femina strenua et belli perita, quae (che, nom.) non muliebriter Persas timebat. Cyrus copias in Scytharum agros ducit ibique castra ponit: postridie autem magnam vini copiam epularumque delicias in castris relinquit et fugam improvisam simulat. Regina tunc adulescentulum filium cum magnis copiis contra eum mittit. Cum autem in castra perveniunt, Scythae, vini avidi et cupidi, affatim bibunt neque adulescentulus, militiae imperitus, iis obstat. Dum universi propter crapulam et vini intemperantiam placide dormiunt, Cyrus, vir callidus et peritus, repente in castra remeat. Postquam Scythae ebrii in somno deprehenduntur, universi cum reginae filio interficiuntur.

Giustino

Dopo innumerevoli e famose vittorie, Ciro, già padrone dell’Asia, muove guerra agli Sciti. Era allora regina degli Sciti Tamiri, donna risoluta ed esperta di guerra, che non temeva i Persiani come una donnetta. Ciro porta le truppe nelle campagne degli Sciti e qui pone l’accampamento; il giorno dopo lascia nell’accampamento una grande quantità di vino e deliziose vivande e simula una fuga improvvisa. La regina allora manda contro di lui il figlio giovinetto con molte truppe. Quando poi arrivano nell’accampamento, gli Sciti, avidi di vino e smaniosi, bevono a sazietà e il giovanetto, ignaro di tattica militare, non si oppone loro. Mentre tutti dormono placidamente per la gozzoviglia e la intemperanza nel bere vino, Ciro, uomo furbo ed esperto, ritorna subito nell’accampamento. Dopo che gli Sciti ubriachi vengono catturati nel sonno, vengono tutti uccisi assieme al figlio della regina.