Doti dei cavalli

“Equi” dicuntur, quod quando quadrigis iungebantur, aequabantur, paresque specie et similes cursu copulabantur. Vivacitas equorum multa: exultant enim cum acie confligitur; animadvertunt bellum; excitantur sono tubae ad proelium; domini voce ad cursum provocantur; dolent cum victi sunt; exultant cum vicerunt. Multi hostes in bello sentiunt et adversarios morsu petunt: aliqui (“alcuni”, nom. m. sing.) etiam proprios dominos recognoscunt; aliqui (“altri”, nom. m. sing.) praeter dominum dorso nullum recipiunt. Dicunt multos ob domini mortem per aliquot dies lacrimas fundere: solum enim, inter alia animalia, equum propter homine lacrimare et doloris affectum sentire. Unde et in Centauris equorum et hominum natura permixta est. Ex equorum vel maestitia vel alacritate domini pugnae exitum prospicere possunt (ind. pres. di possum). Aetas longaeva equis Persicis, Hunnicis, Epirotis ac Siculis, brevis autem Hispanis ac Numidis et Gallicis frequens opinio est.

Isidoro di Siviglia

Sono detti “equi” (= cavalli), poiché quando venivano legati alle quadrighe, erano allineati, e, uguali nell’aspetto e simili nella corsa, venivano appaiati. Grande è la forza vitale dei cavalli: infatti si imbaldanziscono quando si combatte in campo; percepiscono la guerra; sono incitati alla battaglia dal suono della tromba; sono incitati alla corsa dalla voce del padrone; soffrono quando sono stati sconfitti; esultano quando hanno vinto. Molti percepiscono i nemici in guerra e aggrediscono con i morsi gli avversari: alcuni riconoscono anche i propri padroni; altri non ammettono nessuno sul dorso fuorché il padrone. Dicono che molti versano lacrime per alcuni giorni per la morte del padrone: il solo cavallo infatti, tra gli altri animali, piange per l’uomo e prova il sentimento del dolore. Da ciò anche nei Centauri è stata mescolata la natura dei cavalli e degli uomini. I padroni possono prevedere l’esito dalla battaglia o dalla tristezza o dall’ardore dei cavalli. È opinione diffusa che i cavalli Persiani, Unnici, Epiroti e Siciliani abbiano vita lunga, mentre quelli Ispanici, Numidi e Gallici (abbiano vita) breve.