Due episodi di autorevolezza

Annonae caritate increscente C. Curiatius, tribunus plebis, productos in contionem consules compellebat ut in curia referrent de frumento emendo et de mittendis legatis ad id negotium explicandum. Nasica contrariam actionem ordiri coepit. Obstrepente deinde plebe: «Tacete, quaeso, Quirites, – inquit Nasica-plus ego enim quam vos quid rei publicae expediat intellego». Qua voce audita, omnes pleno venerationis silentio maiorem auctoritatis eius quam suorum alimentorum respectum egerunt. Livi quoque Salinatoris animus aeternae memoriae tradendus est. Qui cum Hasdrubalem exercitumque Poenorum in Umbria delevisset et ei diceretur Gallos et Ligures ex acie sine ducibus et signis sparsos esse et parva manu opprimi posse, respondit oportere eis parci, ne hostibus tantae cladis domestici nuntii deessent.

Valerio Massimo

Poiché aumentava la penuria di frumento, Gaio Curiazio, tribuno della plebe, redarguiva i consoli, fatti venire in assemblea, affinché riferissero in curia sull’acquisto di frumento e sull’invio degli incaricati per compiere quel lavoro. Nasica cominciò a tessere un discorso contrario. Quindi poiché la plebe protestava: “Tacete, per favore, o Quiriti, – disse Nasica – infatti capisco più io di voi che cosa convenga allo Stato”. Udite queste parole, tutti con un silenzio pieno di riverenza ebbero maggior rispetto della sua autorità che dei loro alimenti. Deve essere tramandato all’eterno ricordo anche l’animo di Livio Salinatore. Costui, dopo aver annientato Asdrubale e l’esercito dei Punici in Umbria, e poiché gli si diceva che i Galli e i Liguri erano sparpagliati senza comandanti e senza ordini dopo la battaglia e che si poteva sopraffarli con un piccolo manipolo, rispose che era opportuno che venissero risparmiati, affinché ai nemici non mancassero annunciatori patri di una disfatta così grande.