L’incendio di Roma

Ut («come») a testibus refertur, flammae incohaverunt in ea parte circi quae («che», nom.) Palatino Caelioque montibus contigua est; ibi alitae sunt tabernis abundanti mercimonio plenis. Ignis, statim validus ac vento citus, totam longitudinem circi corripuit. Neque domus cum munimentis vel templa cum muris interiacebant. Flammarum impetus plana loca primum pervasit, deinde in edita adsurrexit et rursus inferiora («i più bassi») populavit; velocitate sua remedia anteiit («anticipò») et veterem Romam cum itineribus angustis flexisque atque enormibus vicis vastavit. Ad hoc accesserunt lamenta feminarum, fessorum senum et puerorum; multitudo per vias festinabat et cuncta impediebat. Vigiles solum sexto die ignem exstinguere potuerunt.

Tacito

Come viene riferito dai testimoni, le fiamme iniziarono in quella parte del circo che è contigua ai monti Palatino e Celio; là vennero alimentate dalle botteghe piene di moltissima merce. Il fuoco, subito violento ed eccitato dal vento, percorse velocemente tutta la lunghezza del circo. Non si frapponevano nè case con le protezioni nè templi con le mura. La furia delle fiamme dapprima invase i luoghi piani, poi s’alzò verso quelli alti e di nuovo devastò i più bassi; con la sua rapidità anticipò i rimedi e distrusse la Roma antica con le vie strette e curve e gli irregolari agglomerati di case. Inoltre si aggiunsero i lamenti delle donne, dei vecchi deboli e dei bambini; la folla si affrettava per le strade e ostacolava ogni cosa. I vigili soltanto il sesto giorno riuscirono a spegnere l’incendio.