Il discorso di Eumene, uno dei successori di Alessandro Magno

Tacentibus omnibus, Eumenes, laxatis vinculis prolatam, sicut erat catenatus, manum ostendit. «Cernitus, milites», inquit «habitum atque ornamenta ducis vestri, quae mihi non hostium quisquam imposuit; nam mihi hoc etiam solacio est: nullum hostem, me rege, in fines regni ingressum esse. Vobis auctoribus, ex victore victus, ex imperatore captivus factus sum. Sed, omissis istis conviciis, que miseros non decent, unum oro: si, iudice Antigono, mihi moriendum est, inter vos mori possim. Nam neque illius interest quemadmodum aut ubi cadam, et ego ero ignominia mortis liberatus. Sic excedere e vita a vobis permisso, solvam vos iure iurando, quo sacramento vos mihi devovistis. Aut si vos pudet mihi roganti vim adhibere, ferrum date et permittite imperatorem pro vobis, consulto atque sine religione iuris iurandi, facere, quod vos facturos pro imperatore iurastis».

Ad Limina (2) – Pag.182 n.17

Fattosi silenzio, Eumene, essendo stati allentate le catene, poiché era incatenato, tese una mano. “ Guardate, o soldati – disse – la veste e gli ornamenti del vostro comandante, che non mi ha messo qualcuno dei nemici. Se così fosse, sarebbe anzi un sollievo (letteralmente: questo sarebbe anzi un sollievo): nessun nemico è entrato nei territori del regno mentre io ero re. Per opera vostra, da vincitore divenni vinto, da re, prigioniero. Ma, tralasciati questi rimproveri, che non si addicono agli sventurati, una cosa sola chiedo: se, come vuole Antigono, debbo morire, che io possa morire tra di voi. Non è importante, infatti, per lui in che modo o dove io muoia, e la mia morte sarà senza vergogna (letteralmente: io sarò affrancato dalla vergogna della morte). Se mi sarà consentito di morire per mano vostra (a vobis), vi scioglierò dal giuramento con il quale impegno vi legaste a me. O, se vi vergognate di usare violenza a me che ve lo chiedo, datemi una spada e lasciate che il vostro comandante, volontariamente e senza vincolo di giuramento, faccia per voi quello che voi giuraste di fare per il vostro comandante”.