Il lupo e il cane

Lupus macie confectus cani perpasto occurrit. Huic ille dicit : « Quomodo ego, qui te fortior sum, fame pereo (composto di eo), tu autem nites ? ». Canis, vicinam domum ei ostendens, simpliciter respondit: “Illam domum custodio, igitur dominus mihi ossa et carnem de mensa sua iactat. Tibi quoque dominus meus haec dabit, si illi idem officium praestabis. Sic domi securus vives nec iam in silvis vitam asperam trahes, nives imbresque ferens. Veni ergo mecum, ad dominum te ducam ! ». Lupus, laetus, canem sequitur sed, dum procedunt, aspicit canis collum catena attritum. Tum canem interrogat: “Quae est huius rei causa, amice?”. Respondet ille: “Nihil est! Servi me interdiu alligant quia acrior sum”. Tum lupus exclamat: “Non iam tibi invideo, canis! Ista mihi non placent. Ventris causa libertatem amittere nolo!”. Sic, libertatem catenae anteponens, lupus ad asperam in silivis vitam redit.

Un lupo indebolito dalla magrezza si imbatte in un cane ben pasciuto. Quello dice a questo: “Come mai io, che sono più forte di te, muoio di fame, tu invece sei ben nutrito?” Il cane, mostrandogli la casa vicina, rispose: ” Custodisco quella casa, quindi il padrone dalla sua mensa mi getta ossa e carne. Il mio padrone darà anche a te queste cose, se svolgerai lo stesso compito per quello. Così vivrai sicuro in casa non condurrai più una dura vita nei boschi, sopportando neve e piogge. Vieni dunque con me, ti condurrò dal padrone!”. Il lupo, contento, segue il cane ma, mentre procedono, vede il collo del cane logorato da una catena. Allora il cane domanda: “Amico, qual è la causa di questa cosa?”. Quello risponde: “Non è nulla! Durante il giorno i servi mi legano perché sono alquanto vivace.” Allora il lupo esclama: “A questo punto non ti invidio, cane! Codeste cose non mi piacciono. Non voglio rinunciare alla libertà a causa dello stomaco”. Così, preferendo la libertà alla catena, il lupo ritorna alla dura vita nei boschi.