Le Furie vendicatrici sono una rappresentazione simbolica del rimorso

Qui supplicium de matre sumpserunt, cum praesertim deorum immortalium iussis se id fecisse dicant, tamen a Furiis agitantur neque consistere umquam patiuntur. Sic se res habet: magnam vim, magnam necessitatem, magnam possidet religionem paternus maternusque sanguis; ex quo si qua macula concepta est, non modo elui non potest, verum adeo permanat ad animum ut summus furor atque amentia consequatur. Nolite enim putare, ut in fabulis saepenumero videtis, eos, qui aliquid impie scelerateque commiserint, agitari et perterreri Furiarum taedis ardentibus. Sua quemque fraus et suus terror maxime vexat, suum quemque scelus agitat, suae malae cogitationes conscientiaeque animi terrent; hae sunt impiis adsiduae domesticaeque Furiae quae dies noctesque parentum poenas a consceleratissimis filiis repetant.

Cicerone

Coloro che uccisero la madre, sebbene dicano di averlo fatto specialmente per ordine degli dèi immortali, tuttavia sono perseguitati dalle Furie e non permettono che si fermino. La cosa sta così: il sangue paterno e materno possiede una grande forza, un grande vincolo, una grande venerabilità; per questo se ci si macchia di questo, non solo non può essere lavato via, ma giunge a tal punto fino all’animo che ne consegue grandissimo furore e follia. Non pensate infatti, come spesso vedete nelle rappresentazioni sceniche, che quelli che hanno commesso qualcosa empiamente e scelleratamente, siano tormentati e spaventati dalle fiaccole ardenti delle Furie. Il proprio reato e terrore tormenta sommamente ciascuno, la propria scellerataggine tormenta ciascuno, i suoi pensieri malvagi e i rimorsi dell’animo spaventano; queste sono per gli empi le assidue e domestiche Furie, che giorno e notte dagli scelleratissimi figli esigono le pene dei genitori.