Il potere della mente

Rex noster est animus; hoc incolumi cetera manent in officio, parent, obtemperant; cum ille paulum vacillavit, simul dubitant. Cum vero cessit cupiditatibus, artes quoque eius actusque marcent. Quoniam hac similitudine usus sum, perseverabo. Animus noster modo rex est, modo tyrannus; rex cum honesta intuetur, salutem commissi sibi corporis curat et illi nihil imperat turpe, nihil sordidum; ubi vero impotens, cupidus, delicatus est, transit in nomen detestabile ac dirum, et fit tyrannus. Considera culinas nostras et concursantes inter tot ignes cocos. Considera quot locis terra vertatur, considera quot milia colonorum arent, fodiant: non unius ventri omnia ista parantur. Sani erimus et modica concupiscemus, si unusquisque senserit se nec tantis opibus uti posse nec diu.

Seneca

La mente è il nostro re; con questa incolume le altre cose restano nel dovere, obbediscono, si sottomettono; quando ella (= la mente) ha vacillato un po’, simultaneamente vacillano. Quando ha ceduto ai piaceri, anche le sue capacità e le sue azioni marciscono. Poiché ho fatto uso di questa similitudine, continuerò. La nostra mente è ora un re, ora un tiranno; re quando guarda cose oneste, si prende cura del benessere del corpo affidatole e non gli ordina niente di vergognoso, niente di ignobile; quando invece è sfrenata, avida, voluttuosa, passa ad un nome detestabile e terribile, e diventa tiranno. Considera le nostre cucine e i cuochi che corrono tra tanti fuochi. Considera in quanti luoghi si rivolta la terra, considera quante migliaia di contadini arano, zappano: tutte queste cose si dispongono non per il ventre di uno solo. Saremo assennati e desidereremo cose modeste, se ciascuno comprenderà di non poter servirsi di tanto grandi risorse né a lungo.