Il sacrificio per la patria

Ut contemnendus est qui in navigando salutem suam totius navis incolumitati praefert, ita vituperandus est qui in rei publicae gravissimo discrimine suae plus quam communi saluti sibi consulendum esse putat. Nave enim fracta, multi incolumes evadere possunt; ex patriae suae autem naufragio nemo salvus potest enatare. Quod intellexit Decius ille Mus, qui se devovit et pro legionibus suis in medios hostes se immisit: unde vitam suam amisit sed patriam suam redemit. Dedit enim vitam, sed moriendo potitus est gloria, quae, cum summa laude ad memoriam prodita, cotidie magis enitescit. Quare, si ad rem publicam defendendam periculum nobis subeundum est, sapientes sunt existimandi qui nullum suum periculum pro salute patriae vitant.

Cicerone

Come deve essere disprezzato colui che durante la navigazione preferisce la sua salvezza all’incolumità di tutta la nave, così deve essere biasimato colui che durante un gravissimo momento decisivo dello Stato pensa di dover provvedere alla propria salvezza piuttosto che a quella comune. Infatti andata in pezzi la nave, molti possono salvarsi incolumi; invece dalla rovina della propria patria nessuno può trarsi in salvo a nuoto. Capì questa cosa quel famoso Decio Muro, che si sacrificò e si lanciò in mezzo ai nemici in difesa delle sue legioni: onde perse la sua vita, ma liberò la sua patria. Diede infatti la vita, ma morendo raggiunse la gloria, che, tramandata con la massima lode, risplende ogni giorno di più. Perciò, se noi dobbiamo affrontare un pericolo per difendere lo Stato, devono essere considerati saggi coloro che non evitano nessun personale pericolo per la salvezza della patria.