Il tizzone ardente di Meleagro (2)

Althaea, Thestii filia, ex Oeneo peperit Meleagrum. Ibi in regia titio ardens apparuit. Huc Parcae venerunt et Meleagro fata cecinerunt: «Meleager tamdiu vivet quamdiu titio erit incolumis». Hunc Althaea in arca diligenter servavit. Interim Diana irata quod Oeneus sacra annua ei non fecerat, aprum mira magnitudine qui agrum Calydonium vastaret misit: quem Meleager cum delectis iuvenibus Graeciae interfecit pellemque eius ob virtutem Atalantae virgini donavit; quam Althaeae fratres eripere cupierunt. Idcirco virgo ad Meleagrum se vertit, quae eius fidem imploraret; iuvenis intervenit et amorem cognationi anteposuit, avunculosque suos occidit. Quod Althaea mater ut audivit, titionem ex arca extraxit et in ignem coniecit. Ita filium interfecit.

Altea, figlia di Testio, da Eneo generò Meleagro. Lì nella reggia apparve un tizzone ardente. Qui giunsero le Parche e vaticinarono il destino a Meleagro: «Meleagro vivrà tanto a lungo, fintanto che il tizzone sarà intatto». Altea lo conservò con cura in una cassa. Nel frattempo Diana, adirata perché Eneo non le aveva compiuto i riti sacri annuali, mandò un cinghiale di straordinaria grandezza affinché devastasse il territorio di Calidone: Meleagro lo uccise assieme a giovani scelti e donò la sua pelle alla vergine Atalanta per la sua virtù; i fratelli di Altea vollero sottrargliela. Perciò la vergine si rivolse a Meleagro, per implorare la sua lealtà; il giovane intervenne e antepose l’amore alla parentela, e uccise i suoi zii materni. Quando la madre Altea udì ciò, prese il tizzone dalla cassa e lo gettò nel fuoco. Così uccise il figlio.