Integrità di Scipione Emiliano

Magna fuit Scipionis Aemiliani gravitas et in curia et in contione. Qui, cum haberet collegam censurae Mummium, tam nobilem quam enervem, pro rostris dixit se magna cum integritate omnia gesturum esse, sive cum collega, sive sine collega. Alias (avv.) idem, cum Ser. Sulpicius Galba et Aurelius consules in senatu contenderent uter adversus Viriathum in Hispaniam mitteretur, ac magna inter patres conscriptos dissensio esset, omnibus expectantibus quonam (avv.) eius sententia inclinaretur, «Neutrum – inquit – mitti mihi placet, quia alter nihil habet, alteri nihil est satis», sic iudicans aeque malam magistram imperii et inopiam et avaritiam. Quo dicto, ut neuter in provinciam mitteretur obtinuit.

Valerio Massimo

Grande fu la serietà di Scipione Emiliano sia in curia sia in assemblea. Costui, avendo come collega della censura Mummio, tanto nobile quanto senza nerbo, disse davanti ai rostri che avrebbe fatto ogni cosa con grande integrità, sia col collega, sia senza il collega. Un’altra volta lo stesso, poiché i consoli Sergio Sulpicio Galba e Aurelio disputavano in senato su chi dei due venisse inviato in Spagna contro Viriato, e c’era un grande disaccordo tra i senatori, mentre tutti attendevano verso chi mai propendesse il suo parere, “Mi sembra opportuno – disse – che nessuno dei due venga mandato, perché uno non ha nulla, all’altro nulla è bastevole”, in tal modo giudicando egualmente una cattiva maestra del potere sia la mancanza di mezzi sia l’avidità. Dopo aver detto queste parole, ottenne che nessuno dei due venisse inviato nella provincia.