La prodigiosa memoria di Simonide

Artem memoriae primus ostendisse dicitur Simonides, de quo haec fabula narratur. Cum pugili, qui victoriae palmam meruerat, carmen, quale componi victoribus solet, mercede pacta scripsisset, abnegata est ei pars pecuniae, quod, more poetarum digressus, in laudes Castoris et Pollucis exierat; quapropter alteram partem ab iis, quorum facta celebraverat, petere iubebatur. Et dii persolverunt, ut traditum est. Nam, cum esset grande convivium in honorem eiusdem victoriae, et huic cenae adfuisset etiam Simonides, nuntius eum foras excivit, quod duo iuvenes, equis advecti, eum desiderare dicebantur. At illos non invenit, fuisse tamen gratos erga se exitu comperit. Nam vix eo limen egresso, triclinium supra convivas corruit, eosque ita contudit, ut non ora modo oppressorum, sed membra etiam omnia ad sepulturam requirentes propinqui nulla nota possent discernere. Tum Simonides dicitur memor ordine quo quisque discubuerat corpora suis reddidisse.

Quintiliano

Si dice che per primo abbia mostrato l’arte della memoria Simonide, sul quale si narra questo racconto. Avendo scritto, dopo aver pattuito una ricompensa, un’ode, quale suole comporsi per i vincitori, per un pugile, che si era meritato la palma della vittoria, gli fu negata una parte del denaro, perché, avendo fatto una digressione secondo un’abitudine dei poeti, si era dilungato nelle lodi di Castore e Polluce; perciò gli veniva ordinato di chiedere l’altra parte a coloro dei quali aveva celebrato le imprese. E gli dei pagarono, come è stato tramandato. Infatti, mentre c’era un grande banchetto in onore della stessa vittoria, ed avendo anche Simonide preso parte a questo pranzo, un messaggio lo fece uscire fuori di casa, perché si diceva che due giovani, giunti a cavallo, lo desideravano. Ma non li trovò, tuttavia scoprì dalla conclusione che erano stati riconoscenti verso di lui. Infatti appena varcata la soglia, il triclinio crollò sui commensali, e li sfigurò al punto che i parenti, che li ricercavano per la sepoltura, non riuscivano a distinguere da nessuna caratteristica non solo i volti, ma neanche tutte le membra di coloro che erano stati schiacciati. Si dice che allora Simonide, memore dell’ordine col quale ciascuno si era messo a tavola, abbia restituito i corpi ai loro parenti.