La storia di Roma – Quinto Fabio Massimo (I)

Ut omnia iusta ante bellum fierent, legatos maiores natu, Q. Fabium, M. Livium, L. Aemilium, C. Licinium, Q. Baebium in Africam mittunt patres conscripti ad percontandos Carthaginienses publicone consilio Hannibal Saguntum oppugnasset, et si id, quod facturi videbantur, faterentur, ut indicerent populo Carthaginiensi bellum. Romani postquam Carthaginem venerunt, cum senatus datus esset et Q. Fabius nihil ultra quam unum quod mandatum erat percontatus esset, tum ex Carthaginiensibus unus: «Confessio culpae ab nobis exprimitur et ut a confessis res extemplo repetantur. Ego autem non privato publicone consilio Saguntum oppugnatum sit quaerendum censeam sed utrum iure an iniuria. Proinde omittite Sagunti atque Hiberi mentionem facere et quod diu parturit animus vester aliquando pariat». Tum Romanus, sinu ex toga facto, «Hic», inquit, «vobis bellum et pacem portamus; utrum placet sumite». Sub hanc vocem haud minus ferociter, daret utrum vellet, succlamatum est; et, cum is iterum sinu effuso bellum dare dixisset, accipere se omnes responderunt et quibus acciperent animis iisdem se gesturos.

Livio

Affinché prima della guerra si compisse tutto ciò che è giusto, i senatori mandarono in Africa come ambasciatori degli anziani, Quinto Fabio, Marco Livio, Lucio Emilio, Quinto Bebio, affinché chiedessero ai Cartaginesi se Annibale avesse espugnato Sagunto per decisione pubblica, e se ammettessero ciò, cosa che sembrava avrebbero fatto, dichiarassero guerra al popolo Cartaginese. Dopo che i Romani giunsero a Cartagine, essendo stata concessa l’udienza del senato e avendo Quinto Fabio chiesto nient’altro se non la sola cosa che gli era stata ordinata, allora uno dei Cartaginesi: «Da noi si esige l’ammissione della colpa e, come da rei confessi, le cose si esigono subito. Ma io credo non ci si debba chiedere se Sagunto sia stata espugnata per decisione pubblica o privata, ma se a buon diritto o a torto. Perciò tralasciate di fare menzione di Sagunto e dell’Ebro e il vostro animo butti fuori una buona volta ciò che cova da lungo tempo». Allora il Romano, fatta una piega dalla toga, disse: «Qui vi portiamo la guerra e la pace; scegliete quale vi piace». Subito dopo questa frase fu gridato non meno ferocemente che desse ciò che voleva; e avendo egli detto, aperta nuovamente la piega, che dava la guerra, tutti risposero che l’accettavano e che l’avrebbero combattuta con gli stessi animi con cui l’accettavano.