Amilcare Barca (a)

Hamilcar, Hannibalis ilius, cognomine Barca, Karthaginiensis, primo Poenico bello adulescentulus in Sicilia praefuit exercitui. Cum ante eius adventum et mari et terra male res gererentur Karthaginiensium, ipse, ubi adfuit, numquam hosti cessit. Quo facto, cum paene omnia in Sicilia Poeni amisissent, ille Erycem sic defendit, ut bellum eo loco fuisse non videretur (“non sembrava ci fosse stata”). Interim Karthaginienses classe apud insulas Aegates (“Egadi”) a C. Lutatio, consule Romanorum, superati statuerunt belli facere inem eamque rem arbitrio permiserunt Hamilcaris. Ille etsi lagrabat belli cupiditate, tamen paci servivit, quod patria exhausta sumptibus calamitates belli tolerare non poterat, sed ita ut statim mente agitaret id, bellum renovare. Hoc consilio pacem conciliavit, in quo tanta fuit ferocia ut, cum Catulus negaret pacem et postularet a Sicilia discessum eius cum suis, qui Erycem tenuerant, succumbente patria ipse dedecori Carthaginis mortem suam anteposuerit; non tam vilis erat ut arma a patria accepta adversus hostes adersariis traderet. Huius pertinaciae cessit Catulus.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.241 n.21a – Cornelio Nepote

Amilcare, figlio di Annibale, soprannominato Barca, durante la prima guerra Punica, giovinetto, fu a capo dell’esercito in Sicilia. Poiché prima del suo arrivo per mare e per terra le cose dei Cartaginesi andavano male, lui stesso, quando fu presente, non cedette mai al nemico. Per tale fatto, avendo i Cartaginesi perso quasi tutto in Sicilia, egli difese così Erice, che non sembrava ci fosse stata la guerra in quel luogo. Nel frattempo i Cartaginesi, vinti con la flotta presso le isole Egadi da C. Lutazio, console dei Romani, decisero di porre fine alla guerra e rimisero tale decisione all’arbitrio di Amilcare. Egli, anche se bruciava dal desiderio della guerra, tuttavia si adoperò per la pace, poiché la patria, esausta per le spese, non poteva tollerare le disgrazie della guerra, ma così da agitare nella mente subito di rinnovare la guerra. Con questo piano accettò la pace, in cui fu di tanta la fierezza che, quando Catulo respingeva la pace e chiedeva l’allontanamento dalla Sicilia con i suoi, che avevano occupato Erice, preferì la sua morte con la patria soccombente al disonore di Cartagine; non era tanto vile da consegnare agli avversari le armi ricevute dalla patria contro i nemici. Catulo cedette alla caparbietà di costui.