La successione a Nerone: Otone si impadronisce del potere

Otho imperator a prima adulescentia prodigus, procax et luxuriem cupiens, insinuatus Neroni facile insignem locum inter amicos tenuit congruentia morum, omnium consiliorum secretarumque rerum particeps. Quoniam super Neronis insania iam imperatori inimicus et ide indignus putabatur, ut primum occasio ultionis data est, Otho ad conatus Galbae, qui (“che”) Neronem imperio spoliaturus erat, primus accessit et illo momento spem imperii cepit. In dies exspectabat adoptionem a Galba, sed postquam Piso (“Pisone”, nom.) electus est, Otho spe decĭdit et rebus adversis ad vim conversus est, instigatus super animi dolorem etiam magnitudine aeris alieni. Ergo destinata die mane Galbam salutavit sub aede Saturni, deinde quasi venalem domum inspecturus abscessit, in castra contendit et a praesente comitatu imperator salutatus est inter faustas acclamationes strictosque gladios. Postquam missi sunt sicarii interfecturi Galbam et Pisonem, ad summae rerum occupationem Otho in senatum venit, quasi raptus de vulgo et suscipere imperium vi coactus; deinde Palatium (“reggia”, acc.) petivit. Super alias laudantium blanditias a plebe appellatus erat Nero nec recusavit.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.183 n.31 – Svetonio

L’imperatore Otone, fino dalla prima giovinezza prodigo, sfrenato e bramoso di lussuria, insinuatosi facilmente nel favore di Nerone ebbe un posto eminente fra gli amici per affinità di costumi, e fu partecipe di tutte le decisioni e di tutti i segreti. Poiché per la pazzia di Nerone era ormai ritenuto un nemico e pertanto indegno, non appena gli fu offerta un’occasione di vendetta, Otone, aderì per primo al tentativo di Galba che stava per privare Nerone del potere e da quel momento concepì la speranza dell’impero. Aspettava a giorni l’adozione da parte di Galba, ma dopo che fu prescelto Pisone, Otone perdette la speranza e fu convertito alla violenza dagli eventi sfavorevoli, istigato oltre al dolore dell’animo anche dalla mole dei debiti. Quindi nel giorno prescelto salutò la mattina Galba sotto il tempio di Saturno, quindi si allontanò con la scusa di dover visionare una casa in vendita, si diresse negli accampamenti e fu salutato imperatore dall’assemblea dei presenti, fra applausi beneauguranti e spade impugnate. Dopo che furono inviati dei sicari per uccidere Galba e Pisone, Otone arrivò in senato per occupare il potere supremo, come fosse stato trascinato dal volgo e costretto con la forza a prendere il potere; raggiunse poi il Palatino (il palazzo imperiale sul Palatino). Fra le altre adulazioni dei lodatori era stato chiamato Nerone dalla plebe, e accettò (lett. non rifiutò) l’appellativo.