La volpe e il corvo

Vulpes animalium omnium callidissimum est: id notissima Phaedri fabula declarat. Corvus caseum de fenestra rapuerat; nunc avis in celsa arbore residebat et caseum in ore avidissime tenebat. Ut vulpes corvum vidit, caseum edere cupivit. Tum arbori cautius appropinquavit et dixit: «Amice corve, vere tu avis es beatissima. Pulcherrima es: pennarum tuarum niger fulgor pretiosior gemmarum splendore est». Vulpis laudes a corvo maximo cum gaudio auditae sunt. Tum vulpes maestitia simulavit et dixit: «Vox tua tantum minor quam ceterarum avium vox est». Quod corvus stultissimus vocem suam ostendere cupivit, os aperivit et caseum ex ore emisit; caseus a dolosa vulpe arreptus est et corvus miserrime ingemuit. Saepe maximum detrimentum verbis subdolis adulatorum praebetur.

Fedro

La volpe è la più astuta di tutti gli animali: lo rende evidente la notissima favola di Fedro. Un corvo aveva rubato del formaggio da una finestra; ora il volatile sedeva su un alto albero e teneva molto avidamente il formaggio nel becco. Come la volpe vide il corvo, desiderò mangiare il formaggio. Allora si avvicinò molto cautamente all’albero e disse: «Amico corvo, tu sei davvero un volatile molto fortunato. Sei bellissimo: il nero splendore delle tue penne è più prezioso della lucentezza delle pietre preziose». Le lodi della volpe furono ascoltate con grandissima gioia dal corvo. Allora la volpe finse tristezza e disse: «Soltanto la tua voce è inferiore a quella degli altri volatili». Poiché lo stoltissimo corvo volle mostrare la sua voce, aprì il becco e lasciò cadere il formaggio dal becco; il formaggio fu afferrato dall’ingannevole volpe e il corvo si lamentò con molta disperazione. Spesso dalle subdole parole degli adulatori viene arrecato un grandissimo danno.