Lepido chiama i Romani all’azione

Agundum* atque obviam eundum est, Quirites, ne spolia vostra* penes illum sint, non prolatandum neque votis paranda auxilia. Nisi forte speratis taedium iam aut pudorem tyrannidis Sullae esse et eum per scelus occupata periculosius dimissurum. At ille eo processit, ut nihil gloriosum nisi tutum et omnia retinendae dominationis honesta aestimet. Itaque illa quies et otium cum libertate, quae multi probi potius quam laborem cum honoribus capessebant, nulla sunt; hac tempestate serviendum aut imperitandum, habendus metus est aut faciendus, Quirites. [Nam, quid ultra? quaeve humana superant , aut divina inpolluta sunt?] Populus Romanus, paulo ante gentium moderator, exutus imperio, gloria, iure, agitandi inops despectusque ne servilia quidem alimenta reliqua habet. Sociorum et Latii magna vis civitate pro multis et egregiis factis a vobis data per unum prohibentur et plebis innoxiae patrias sedes occupavére* pauci satellites mercedem scelerum; leges, iudicia, aerarium, provinciae, reges penes unum, denique necis* civium et vitae licentia.

*agundum=agendum; vostra=vestra; occupavere=occupauerunt; necis=neces.

Esperienze di traduzione – Pag.187 n.10 – Sallustio

Bisogna agire e opporsi, Quiriti, affinché le vostre spoglie non siano in loro potere, e non rimandare né chiedere aiuti con le preghiere. A meno che per caso Silla non abbia noia o vergogna della tirannide e lui rinunci a ciò che ha preso piuttosto pericolosamente attraverso un reato. Ma egli è giunto a tal punto da non giudicare niente glorioso se non sia anche sicuro, e da giudicare onesti tutti i mezzi per mantenere il dominio. E così il riposo dell’attività politica insieme alla libertà, che molti uomini onesti cercano di raggiungere, è un nulla; di questi tempi bisogna servire o comandare, avere timore o incuterlo, Quiriti. [Cosa ci resta (che c’è oltre)? Quali leggi umane sono sopravvissute o quali leggi divine sono rimaste inviolate?] Il popolo romano, poco prima dominatore di popolazioni, privato del potere, della gloria e dei diritti, privo dei mezzi di sopravvivenza e disprezzato, non ha neanche gli avanzi di cibo destinati agli schiavi. La grande forza degli alleati e del Lazio, concessa da noi la cittadinanza in cambio di numerose e nobili imprese, è ostacolata per mezzo di uno solo, e pochi cortigiani occuparono le case paterne della plebe innocente, come ricompensa dei delitti commessi. Le leggi, il processi, il tesoro pubblico, le province, i regno sono tutti in mano ad un’unica persona, e infine anche il potere di vita e di morte dei cittadini.