Mai ignorare i presagi che gli dei ci inviano

Bello Punico secundo Gaius Flaminius rerum futurarum signa plura neglexit. Qui, cum contra Hannibalem legiones duceret, et ipse et equus eius ante signum Iovis sine causa repente concidit nec eam rem habuit religioni, suadente signo, ut peritis videbatur, ne committeret proelium. Idem cum tripudio auspicaretur et pullarius diem proelii committendi differret, Flaminius signa convelli et se sequi iubet. Quo tempore cum signifer signum non posset movere loco, nec quicquam proficeretur, plures cum accederent, Flaminius, re nuntiata, suo more neglexit. Heu! Consulem ipsum rei publicae cladis causam esse! Nam tribus iis horis concisus exercitus atque ipse interfectus est.

Cicerone

Durante la seconda guerra Punica Gaio Flaminio trascurò numerosi presagi di eventi futuri. Egli, mentre guidava le legioni contro Annibale, sia egli stesso che il suo cavallo caddero all’improvviso senza un motivo davanti alla statua di Giove e non ebbe uno scrupolo religioso riguardo a ciò, nonostante il presagio esortasse, come sembrava agli esperti, a non attaccare battaglia. Lo stesso, quando prendeva gli auspici mediante il tripudium (= presagio favorevole che si aveva quando i polli sacri lasciavano cadere grani interi di becchime) e il custode dei polli sacri rinviava il giorno della battaglia, Flaminio ordinò che si svellessero le insegne e lo si seguisse. In quel momento, dal momento che il vessillifero non riusciva a smuovere l’insegna dal terreno né si otteneva un risultato, pur avvicinandosi molti, Flaminio, essendogli stata riferita la cosa, non se ne preoccupò secondo la sua abitudine. Ahimè! Il console stesso era la causa della rovina dello Stato! Infatti in tre ore l’esercito fu annientato ed egli stesso fu ucciso.