Notizie dall’Asia

CICERO ATTICO SAL.
Ante quam aliquo loco consedero, neque longas a me neque semper mea manu litteras exspectabis; cum autem erit spatium utrumque praestabo. Nunc iter conficiebamus aestuosa et pulverulenta via. Dederam Epheso pridie; has dedi Trallibus. In provincia mea fore me putabam Kal. Sext. Interea tamen haec quae vellem mihi adferebantur, primum otium Parthicum, dein confectae pactiones publicanorum, postremo seditio militum sedata ab Appio stipendiumque eis usque ad Id. Quint. persolutum. Nos Asia accepit admirabiliter. Adventus noster fuit nemini ne minimo quidem sumptui. Spero meos omnis servire laudi meae; tamen magno timore sum, sed bene speramus. Omnes iam nostri praeter Tullium tuum venerunt. Erat mihi in animo recta proficisci ad exercitum, aestivos mensis reliquos rei militari dare, hibernos iuris dictioni. Tu velim, si me nihilo minus nosti curiosum in re publica quam te, scribas ad me omnia, quae sint, quae futura sint. Nihil mihi gratius facere potes; nisi tamen id erit mihi gratissimum, si quae tibi mandavi confeceris. Habes epistulam plenam festinationis et pulveris; reliquae subtiliores erunt. D. Trallibus, ut vid., VI Kal. Sext.

Cicerone

CICERONE SALUTA ATTICO
Prima che mi sarò fermato in qualche luogo, non aspettarti da me una lettera né lunga né sempre (scritta) di mio pugno; ma quando ci sarà la possibilità farò entrambe le cose. Ora viaggiamo per una strada ardente e polverosa. Ieri ho spedito (una lettera) da Efeso; questa la spedisco da Tralle. Credo che sarò nella mia provincia il 1 Agosto. Tuttavia nel frattempo mi vengono riferite queste cose che volevo, innanzitutto la tranquillità dei Parti, poi i contratti stipulati degli esattori, infine la ribellione dei soldati placata da Appio e lo stipendio pagato loro fino al 15 Luglio. L’Asia mi ha accolto meravigliosamente. Il mio arrivo non è stato per nessuno neppure della più piccola spesa. Spero che tutti i miei favoriranno il mio onore; tuttavia sono in un grande timore, ma spero bene. Tutti i nostri sono già arrivati fuorché il tuo Tullio. Ho intenzione di andare direttamente all’esercito, dedicare i restanti mesi estivi alle cose militari, quelli invernali alla giurisdizione. Vorrei che tu, se mi conosci curioso della vita politica niente meno di te, mi scrivessi tutte le cose che sono, che saranno. Non puoi farmi niente di più gradito; se non che mi sarà assai gradito ciò, se porterai a termine le cose che ti ho raccomandato. Hai una lettera piena di fretta e di polvere; le altre saranno più precise. Consegnata a Tralle, come sembra, il 27 Luglio.