Notizie favolose su popoli lontani

Cum e Graecia in Italiam rediremus et Brundisium iremus egressique e navi in terram, fasces librorum venalium exppositos vidimus. Atque ego avide statim pergo ad libros. Erant igitur in illis libris scripta huiuscemodi: Scythas illos penitissimos, qui sub ipsis septentrionibus aetatem agunt, corporibus hominum vesci eiusque victus alimento vitam ducere et anthropophagous nominari; item esse homines sub eadem regione caeli unum oculum in frontis medio habentes, qui appellantur Arimapsi, qua fuisse facie Cyclopas poetae ferunt; alios item esse homines apud eandem caeli plagam singulariae velocitatis vestigia pedum hebntes retro porrecta, non, ut ceterorum hominum, prospectantia; praeterea traditum esse memoratumque in ultima quadam terra, quae “Albania” dicitur, gigni homines, qui in pueritia canescant et plus cernant oculis per noctem quam interdiu; item esse compertum et creditum Sauromatas, qui ultra Borysthenen fluvium longe colunt, cibum capere semper diebus tertiis, medio abstinere.

Gellio

Quando ritornammo in Italia dalla Grecia e giungemmo a Brindisi, dopo esser sbarcati, vedemmo esposti in vendita pacchi di libri. Ed io, avidamente, mi dirigo subito verso i libri. Dunque, c’erano in quei libri degli scritti di questo genere: (che) quei lontanissimi Sciti, che vivono sotto le terre settentrionali, si cibano di corpi umani e campano grazie al nutrimento di questo vitto e sono chiamati antropofagi; sotto la stessa zona del cielo ci sono anche degli uomini che hanno un solo occhio in mezzo alla fronte, che sono chiamati Arimaspi, di questo aspetto i poeti tramandano che sono stati i Ciclopi; ci sono pure altri uomini, presso la stessa plaga del cielo, di eccezionale velocità che hanno le piante dei piedi estese all’indietro, non, come quelle di tutti gli altri uomini, volte in avanti; inoltre era stato tramandato e narrato che in una terra molto lontana, che è chiamata “Albania”, nascono uomini che invecchiano nel corso dell’infanzia e con gli occhi vedono di più durante la notte che durante il giorno; era stato anche scoperto e ritenuto vero che i Sarmati, i quali abitano molto al di là del fiume Boristene, assumono il cibo sempre al terzo giorno, stanno a digiuno nel giorno di mezzo.