Paura e vendetta

Acie triplici instituta et celeriter octo milium itinere confecto, prius ad hostium castra pervenit, quam quid ageretur Germani sentire possent. Qui omnibus rebus subito perterriti, et celeritate adventus nostri et discessu suorum, neque consilii habendi neque arma capiendi spatio dato, perturbantur copiasne adversus hostem ducere, an castra defendere, an fuga salutem petere praestaret. Quorum timor cum fremitu et concursu significaretur, milites nostri, pristini diei perfidia incitati, in castra irruperunt. Quo loco, qui celeriter arma capere potuerunt, paulisper nostris restiterunt atque inter carros impedimentaque proelium commiserunt; at reliqua multitudo puerorum mulierumque – nam cum omnibus suis domo excesserant Rhenumque transierant – passim fugere coepit; ad quos consectandos Caesar equitatum misit.

Nexus – Pag.33 n.7 – Cesare

Disposto l’esercito su tre file, percorse rapidamente otto miglia e piombò sul campo nemico prima che i Germani potessero rendersi conto di cosa stava accadendo. I nemici, atterriti per più di una ragione, dall’arrivo improvviso dei nostri, dall’assenza dei loro, dal non avere il tempo di prendere alcuna decisione, né di correre alle armi, erano incerti se conveniva affrontare i Romani, difendere l’accampamento o darsi alla fuga. I rumori e la confusione davano il segno del timore che regnava tra i nemici; i nostri, irritati dal proditorio attacco del giorno precedente, fecero irruzione nel campo avversario. Qui, chi riuscì ad armarsi in fretta, per un po’ oppose resistenza, combattendo tra i carri e le salmerie; gli altri, invece, ossia le donne e i bambini – infatti, avevano abbandonato le loro terre e attraversato il Reno con le famiglie – si diedero a una fuga disordinata; al loro inseguimento Cesare inviò la cavalleria.