Sallustio spiega come è diventato scrittore

Sed ego adulescentulus initio, sicuti plerique, studio ad rem publicam latus sum, iique mihi multa adversa fuere. Nam pro pudore, pro abstinentia, pro virtute audacia largitio avaritia vigebant. Quae tametsi animus aspernabatur insolens malarum artium, tamen inter tanta vitia inbecilla aetas ambitione conrupta tenebatur; ac me, cum ab relicuorum malis moribus dissentirem, nihilo minus honoris cupido eadem quae ceteros fama atque invidia vexabat. Igitur ubi animus ex multis miseriis atque periculis requievit et mihi reliquam aetatem a re publica procul habendam decrevi non fuit consilium socordia atque desidia bonum otium conterere neque vero agrum colendo aut venando servilibus officiis intentum aetatem agere; sed a quo incepto studioque me ambitio mala detinuerat eodem regressus statui res gestas populi Romani carptim ut quaeque memoria digna videbantur, perscribere, eo magis quod mihi a spe metu partibus rei publicae animus liber erat.

Sallustio

Ma io giovinetto all’inizio, come molti, fui trascinato alla vita politica dalla passione, e allora molte cose mi furono odiose. Infatti invece del pudore, della moderazione, della virtù prosperavano la temerità, la corruzione, l’avidità. Sebbene il mio animo, privo d’ogni conoscenza di malvagità, le rifiutasse, tuttavia la tenera età corrotta dall’ambizione veniva avvinta in mezzo a così grandi vizi; e benché discordassi dai cattivi costumi degli altri, non di meno il desiderio di una carica mi tormentava, con la stessa (=accompagnato dalla stessa) cattiva reputazione e malevolenza che vessava tutti gli altri. Dunque quando il mio animo trovò una tregua dopo le molte sventure e i molti pericoli e decisi che il resto della mia vita doveva trascorrere lontano dalla politica, la mia intenzione non fu di perdere l’utile tempo libero nell’inoperosità e nell’indolenza, nè, invero, di passare la vita intento a coltivare il campo e a cacciare, compiti da schiavi; ma ritornato agli studi intrapresi dai quali la dannosa ambizione mi aveva distolto, decisi di narrare per sommi capi le imprese del popolo Romano che sembravano meritevoli di ricordo, tanto più che avevo l’animo libero da aspettative, da paure, da incarichi di Stato.