Si accende la contesa fra Silla e Mario

Eo tempore Sulla etiam Dardanos, Scordiscos, Dalmatas et Maedos partim vicit, alios in fidem intulit. Sed cum legati a rege Mithridate, qui pacem petebant, venissent, non aliter illam promisit Sulla, nisi rex relictis his, quae occupaverat, ad regnum suum se detulisset. Postea tamen ad colloquium venerunt. Pax inter eos a Sulla perlata est, ut is ad bellum civile festinans a tergo periculum non suferret. Nam dum Sulla in Achaia atque Asia Mithridatem vincit, Marius, qui fugatus erat, et Cornelius Cinna, unus ex consulibus, bellum in Italia reparaverunt et, postquam Romam venerant, nobilissimos e senatu et consulares viros interfecerunt, multos proscripserunt et detulerunt, ipsius Sullae domo eversa filios et uxorem ad fugam conpulerunt. Universus reliquus senatus ex urbe fugiens ad Sullam in Graeciam venit, orans ut (“pregandolo che”) patriae auxilium aferret. Ille in Italiam traiecit, bellum civile gesturus adversus Norbanum et Scipionem consules. Et primo proelio contra Norbanum dimicavit non longe a Capua. Tum multos milites eius cepit, paucos suos amisit. Inde etiam ad Scipionem se convertit et ante proelium totum eius exercitum sine sanguine in deditionem accepit. Sed, cum Romae mutati consules essent et Mario, Marii filio, ac Papirio Carboni consulatus oblatus esset, Sulla contra Marium iuniorem bellum attulit. Mox etiam in urbem venit. Cum milites suos Praeneste transtulisset, Marium, Marii ilium, obsedit et ad mortem conpulit.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.308 n.17 – Eutropio

A quell’epoca Silla in parte vinse i Dardani, gli Scordisci, i Dalmati e i Medi, in parte li prese sotto la propria protezione. Ma quando andarono gli ambasciatori da parte del re Mitridate per chiedere la pace, non la promise altrimenti se non a patto che il re, abbandonate le terre che aveva invaso, si ritirasse nel suo regno. Tuttavia vennero poi a colloquio. La pace tra loro fu definita da Silla affinché egli, mentre si dava da fare per la guerra civile, non dovesse sopportare un pericolo alle spalle. Infatti, mentre Silla sconfigge Mitridate in Acaia e in Asia, Mario, che era stato messo in fuga, e Cornelio Cinna, uno dei consoli, ripresero la guerra in Italia e, dopo essere giunti a Roma, misero a morte i più illustri senatori ed ex consoli, proscrissero e denunciarono molte persone, distrutta la casa dello stesso Silla, costrinsero alla fuga i figli e la moglie. Quanto restava del Senato, fuggendo da Roma, andò in Grecia da Silla pregandolo che portasse aiuto alla patria. Costui passò in Italia, per portare la guerra civile contro i consoli Norbano e Scipione. E nel primo scontro si batté con Norbano non lontano da Capua. In quella circostanza catturò molti soldati di lui, perse pochi dei suoi. Quindi si rivolse anche verso Scipione e prima della battaglia ricevete la resa di tutto l’esercito di lui senza spargimento di sangue. Ma, poiché a Roma i consoli erano cambiati e a Mario, figlio di Mario, e a Papirio Carbone era stato offerto il consolato, Silla fece guerra contro Mario il giovane. Improvvisamente giunse anche nell’urbe. Avendo trasferito i suoi soldati a Preneste, assediò Mario, figlio di Mario, e lo sospinse a morte.