Tarpea

Tandem bellum ortum est idque maximum fuit; nihil enim per iram aut cupiditatem actum est, nec Sabini ostenderunt bellum priusquam intulerunt. Per dolum enim agere utile visum erat. Spurius Tarpeius praeerat Romanae arci. Huius filiam virginem, Tarpeiam, auro corrumpit Tatius, rex Sabinorum, ut armatos in arcem accipiat; ea forte extra moenia ierat aquam tum sacris petitum. Postquam urbem intraverunt, Sabini Tarpeiam obrutam armis necaverunt, seu ut vi capta arx videretur, seu ut virginis exitium proditores deterreret. Nam, quod Sabini aureas armillas brachio laevo gemmatosque anulos habere solebant, Tarpeia petiverat ut sibi donarent quodcumque in sinistris manibus haberent ; itaque Sabini scutis, quae laeva manu tenebant, Tarpeiam obruerunt. Nonnulli autem dicunt eam derecto arma petisse et suam mercedem nece accepisse.

Livio

Infine scoppiò la guerra e fu la più violenta; perché non venne mossa per ira o per cupidigia, nè i Sabini dichiararono guerra prima di farla. Infatti sembrava loro vantaggioso agire con l’inganno. Spurio Tarpeo comandava la rocca Romana. Tazio, re dei Sabini, corruppe con l’oro la giovane figlia di costui, Tarpea, affinché facesse penetrare nella rocca uomini armati; per caso ella in quel momento era andata fuori dalle mura a cercare dell’acqua per le cerimonie religiose. Dopo essere entrati in città, i Sabini schiacciarono con gli scudi Tarpea e la uccisero, o affinché sembrasse che la rocca fosse stata espugnata con la forza, oppure affinché la fine della vergine dissuadesse i traditori. Infatti, poiché i Sabini erano soliti portare braccialetti d’oro al braccio sinistro e anelli gemmati, Tarpea aveva chiesto che le donassero qualunque cosa avessero nelle mani sinistre; e così i Sabini ricoprirono Tarpea con gli scudi che tenevano con la mano sinistra. Alcuni invece dicono che lei chiese direttamente gli scudi e ricevette con la morte la sua ricompensa.