Tristi esiti di una vittoria romana

Et nox quidem gaudio praedaque laeta victoribus: Britanni palantes mixto virorum mulierumque ploratu trahere vulneratos, vocare integros, deserere domos ac per iram ultro incendere, eligere latebras et statim relinquere; miscere in vicem consilia aliqua, dein separare; aliquando frangi aspectu pignorum suorum, saepius concitari. Satisque constabat saevisse quosdam in coniuges ac liberos, tamquam misererentur. Proximus dies faciem victoriae latius aperuit: vastum ubique silentium, secreti colles, fumantia procul tecta, nemo exploratoribus obvius. Quibus in omnem partem dimissis, ubi incerta fugae vestigia neque usquam conglobari hostis compertum (et exacta iam aestate spargi bellum nequibat), in finis Borestorum exercitum deducit. Ibi acceptis obsidibus, praefecto classis circumvehi Britanniam praecipit. Datae ad id vires, et praecesserat terror. Ipse peditem atque equites lento itinere, quo novarum gentium animi ipsa transitus mora terrerentur, in hibernis locavit.

Esperienze di traduzione – Pag.167 n.9 – Tacito

Lieta davvero la notte per i vincitori nell’allegria e nel bottino. Sbandati invece i Britanni: tra i pianti e i lamenti di uomini e donne, trascinavano via i feriti, chiamavano gli incolumi, abbandonavano le case per poi, nel furore dell’ira, bruciarle con le proprie mani, cercavano nascondigli, ma subito li abbandonavano, prendevano decisioni in comune e poi si separavano, ciascuno per la propria strada, talvolta affranti alla vista dei propri cari, più spesso infiammati. Si seppe che alcuni avevano infierito contro mogli e figli, ma era un gesto di pietà. Il giorno seguente rivelò in modo più chiaro la portata della vittoria: vasto silenzio dovunque, colli deserti, in lontananza fumo di abitazioni bruciate, nessun essere vivente incontrato dagli esploratori. Quando dai rapporti di costoro, inviati in ogni direzione, risultarono così confuse le tracce della fuga e l’inesistenza di concentramenti nemici, poiché, sul finire dell’estate, non si poteva allargare il raggio d’azione, Agricola condusse l’esercito nelle terre dei Boresti. Qui ricevette gli ostaggi e impartì l’ordine al comandante della flotta di circumnavigare la Britannia. Gli assegnò un contingente necessario all’impresa, ma già il terrore l’aveva preceduta. Quanto a sé, portò fanti e cavalieri nei campi d’inverno con una marcia appositamente lenta, per incutere terrore proprio con il prolungarsi del suo passaggio, nelle popolazioni appena sottomesse.