Un ambizioso africano corrompe il senato di Roma
Iugurtha, ut Numidiam, Aricae claram regionem, in suam potestatem redigeret, insidiis circumvenit et necavit Hiempsalem, atque eius ratrem Adherbalem proelio lacessivit. Postquam celeri bello victus erat, Adherbal Romam statim contendit ut senatui ratris necem nuntiaret et poenas repeteret. Iugurtha vero populum Romanum timebat, at, quia cognoscebat Romanae nobilitatis viros divitiarum avidos, magna pecunia patres familias et senatores corrupturus erat. Legatos igitur cum auro et argento Romam misit et praecepit ut (“comandò che”) veteribus amicis multa dona darent atque novos amicos pararent. Cum legati enim Romam venerunt, omnes primores comiter inviserunt eorum favorem sibi paraturi et illis Iugurthae aurum donaverunt. Ita ex magna invidia Iugurtha in nobilium gratiam venit. Nam primores, quia praemiis inducebantur, operam dederunt ne senatores res adversas decernerent in Iugurtham. Postquam legati confecerant corruptionis sordidum facinus, die statuta iudicium in Iughurtam inceptum est; Iughurta, quamquam homines nobiles veniae contrarii erant, tamen a multis senatoribus absolvebatur; legati in Aricam victores et turpi facinore contenti revertebant Iughurtae absolutionem nuntiatum.
Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.211 n.24 – Sallustio
Giugurta, per ridurre in suo potere la Numidia, nota regione dell’Africa, circondò di congiure e uccise Iempsale, e aggredì con una battaglia il di lui fratello Aderbale. Dopo che era stato vinto con una breve guerra, Aderbale si recò subito a Roma per comunicare al senato l’uccisione del fratello e richiederne la punizione. Giugurta in verità temeva il popolo Romano, ma, poiché conosceva uomini della nobiltà Romana avidi di ricchezze, si accingeva a corrompere con una gran quantità di denaro capi famiglia e senatori. Mandò dunque messi a Roma con oro ed argento e ordinò loro di dare molti doni ai vecchi amici e di procurarne di nuovi. Quando infatti i messi giunsero a Roma visitarono con cordialità tutti i maggiorenti per procurarsi il loro favore e donarono loro l’oro di Giugurta. E così da una grande ostilità Giugurta arrivò al favore dei nobili. I maggiorenti infatti, poiché erano indotti dai doni, si diedero da fare perché i senatori non decidessero alcunché contro Giugurta. Dopo che i messi ebbero portato a termine il sordido delitto della corruzione, nel giorno stabilito fu indetto il processo contro Giugurta; Giugurta, benché diversi nobili fossero contrari al perdono/assoluzione, era tuttavia assolto da molti senatori; i messi tornavano in Africa vincitori e contenti per il turpe mercato ed a Giugurta fu comunicata l’assoluzione.
