Un centurione di Cesare si sacrifica per la salvezza dei suoi uomini

Illo tempore, sub bello Gallico, Caesar in alias regiones perrecturus erat et nationum inimicarum seditiones repressurus. At in oppido Fabius et socii, qui (“i quali”) murum ascenderant et iam super moenia erant, ab hostibus circumventi atque interfecti de muro praecipitabantur. Tum M. Petronius, illius legionis centurio, sub oppido positus, cum portas excidere conatus erat (“aveva tentato” + inf.), a multitudine oppressus ac saluti desperans (+ dat), quia ab illo multa iam vulnera accepta erant, manipularibus suis, qui (“che”) idem illi saepe ostenderant: “In hunc diem concordes pugnavimus; sed nunc quoniam – dixit – me vobiscum servaturus non sum, vestrae vitae prospiciam, quia vos cupiditate gloriae adductus in periculum deduxi. Meam perniciem ignorate et saluti vestrae consulite”. Simul in medios hostes irrupit et, postquam paucos interfecerat, omnes alios porta paulum submovit. Quamquam manipulares centurioni subventuri erant, tamen Petronius, iam e vita decessurus, “Frustra – dixit – meae vitae subvenitis, quia me iam sanguis viresque deficiunt”. Super haec adiunxit: “Perniciem fugite, dum est facultas et spes, vosque ad legionem recipite.” Ita pugnans brevi tempore concidit sed manipularibus fugituris salutem paravit.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.180 n.24 – Cesare

In quel tempo, durante la guerra Gallica, Cesare si stava dirigendo in altre regioni e stava per reprimere le ribellioni delle genti nemiche. Ma in una città Fabio ed i compagni, i quali avevano scalato un muro e si trovavano già sulle mura, circondati ed uccisi dai nemici erano gettati giù dal muro. Allora M. Petronio, centurione di quella legione, postosi sotto la città, che aveva tentato di infrangere le porte, incalzato da una folla e disperando ormai della salvezza, poiché erano già state ricevute da lui molte ferite, disse ai suoi compagni di manipolo, che spesso si erano comportati con lui allo stesso modo: “Oggi abbiamo combattuto insieme; ma poiché ora non posso salvarmi con voi, mi preoccupo (lett. mi preoccuperò) della vostra vita, perché trascinato dalla brama di gloria vi ho condotto in un pericolo. Lasciate perdere la mia rovina e preoccupatevi della vostra salvezza”. Contemporaneamente irruppe in mezzo ai nemici e, dopo che ne aveva uccisi alcuni, allontanò un poco tutti gli altri dalla porta. Allorché i membri del manipolo stavano per soccorrere il centurione, Petronio allora, che già stava perdendo la vita, disse: “Invano soccorrete la mia vita, perché già mi mancano il sangue e le forze”. Sopra queste parole aggiunse: “Fuggite la rovina, finché ne avete possibilità e speranza, e rifugiatevi presso la legione”. Così combattendo in breve tempo cadde ma assicurò ai manipolari che stavano fuggendo la salvezza.