Breve resoconto degli imperi di Galba, Otone e Vitellio (b)

Dein Vitellius imperium obtinuit, familia honorata sed non nobili. Nam pater eius non admodum clare natus tamen tres (“tre”) ordinarios consulatus gesserat. Hic cum multo dedecore imperavit et gravi saevitia notabilis, praecipue ingluvie et voracitate. Nota certe cena memoriae mandata est, quam ei Vitellius frater (il fratello era omonimo) exhibuit, in qua super ceteros sumptus duo milia (“duemila”) piscium, septem milia (“settemila”) avium adposita traduntur. Hic cum Neroni similis esse cuperet atque id adeo prae se gereret ut etiam exequias Neronis, quae humiliter sepultae fuerant (= erant), honoraret, a Vespasiani ducibus occisus est. Interfectus est autem magno dedecore: tractus per urbem Romam publice, nudus, erecto coma capite et subiecto ad mentum gladio, stercore in vultum et pectus ab omnibus obviis adpetitus, postremo iugulatus et in Tiberim deiectus etiam communi caruit sepultura.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.251 n.5b – Eutropio

Quindi ottenne l’impero Vitellio, di famiglia onorevole ma non nobile. Infatti suo padre, sebbene di non molto nobile nascita, esercitò tre consolati ordinari. Questi (Vitellio) governò l’impero con grande disonore e si segnalò per efferatezza, e di più per ghiottoneria e voracità. Si tramanda notizia sicura di un pranzo famoso che il fratello gli offrì, nel quale, oltre le altre spese, si racconta che furono messi in tavola duemila pesci, settemila uccelli. Poiché egli desiderava essere simile a Nerone e a tal punto se ne vantava che onorava anche le ceneri di Nerone, che erano state troppo dimessamente sepolte, fu ucciso dai comandanti di Vespasiano. Fu ucciso, poi, con grande infamia: trascinato in pubblico per la città di Roma nudo, con i capelli dritti in testa e un pugnale puntato sotto il mento, fatto segno al viso e al petto da sterco da parte di tutti i passanti, infine sgozzato e gettato nel Tevere, rimase anche privo di una qualsiasi sepoltura.