Una cometa portafortuna

Namque his verbis gaudium declarat is: «Ipsis ludorum meorum diebus Sidus crinitum per septem (“sette”, indecl.) dies in regione caeli sub septemtrionibus est conspectum. Id apparebat circa undecimam (“undicesima”) horam diei clarumque et omnibus e terris conspicuum fuit. Eo sidere significari vulgus credidit Caesaris animam inter deorum inmortalium numina receptam esse. Quo nomine praecepi ut id insigne adiceretur simulacro capitis eius, quod mox in foro consecravimus». Haec ille in publicum dixit; interiore gaudio certe existimavit illud Sidus sibi appariri et imperium suum ab eo tempore incipere. [E, per dir la verità, la cometa portò bene al mondo. Molti credono che queste stelle siano eterne, percorrano una loro strada e si vedano solo quando si allontanano dal sole. Altri dicono che nascano da casuali blocchi di materia umida e per questa ragione siano sciolti dal calore del sole.]

Plinio il Vecchio

E infatti egli con queste parole manifesta la gioia: «Durante gli stessi giorni dei miei giochi una stella cometa fu vista per sette giorni nella zona del cielo verso settentrione. Appariva all’incirca all’undicesima ora del giorno e fu luminosa e visibile da tutte le terre. Il popolo credette che da questa stella si rivelasse che l’anima di Cesare era stata accolta tra gli spiriti degli dèi immortali. Per questo motivo ordinai che questo emblema fosse aggiunto al ritratto della sua testa, cosa che poi consacrai nel foro». Egli disse queste cose in pubblico; senza dubbio con intima gioia ritenne che quella stella era apparsa per sé e il suo regno cominciava da quel momento.