Una moglie coraggiosa

Marcus Brutus, populi Romani voluntate cognita, adversus Caesarem conspiravit. Pridie quam Caesar est interfectus, Porcia, Bruti uxor, consilii conscia, cultrum tonsorium poposcit quasi ungues resecare vellet; eoque forte e manibus elapso, se ipsa vulneravit. Clamore ancillarum vocatus, in cubiculum uxoris ille accurrit eamque, re visa, obiurgare coepit, quod tonsorium officium praeripere voluisset (traduci con l’indicativo). Cui Porcia, dimissis servis: «Non casu sed de industria – inquit – mi Brute, hoc mihi vulnus feci: experiri enim volui, satisne animi mihi esset ad mortem oppetendam, si res minus prospere eveniret». Brutus, cum haec verba audisset, manus oculosque ad caelum sustulisse traditur atque exclamavisse: «Utinam dignus tali coniuge maritus esse possim!».

Valerio Massimo

Marco Bruto, conosciuta la volontà del popolo Romano, congiurò contro Cesare. Il giorno prima che Cesare venisse ucciso, Porcia, moglie di Bruto, consapevole del piano, chiese delle forbici, come se volesse tagliarsi le unghie; e scivolatele per caso dalle mani, si ferì. Richiamato dalle grida delle ancelle, egli accorse nella stanza della moglie e, vista la cosa (=l’accaduto), cominciò a rimproverarla, perché aveva voluto fare anticipatamente il compito dei barbieri. Porcia, mandati via i servi, gli disse: “Non per caso ma di proposito, o mio Bruto, mi sono fatta questa ferita: ho voluto infatti provare se avessi sufficiente coraggio per affrontare la morte, qualora la cosa (=la cospirazione) avesse un esito sfavorevole”. Si tramanda che Bruto, dopo aver udito queste parole, alzò le mani e gli occhi al cielo ed esclamò: “Piaccia agli dei che io possa essere un marito degno di una tale consorte!”.