Un’infanzia segnata da prodigi

Hieron infans ab Hierocle genitore, qui stirpem suam ad Gelonem, veterem Siciliae tyrannum, referebat, expositus est, quia patrem pudebat ex ancilla susceptam prolem tollere. Sed puerulum, omni humana spe destitutum, apes, in os ingesto melle, per complures dies aluerunt. Hoc prodigium responsaque haruspicum, qui regiam puero dignitatem portendi confirmabant, edoctus Hierocles infantem recolligit, agnoscit et in spem futurae magnitudinis diligenter instituendum curat. Cum igitur inter aequales in ludo disceret, ei a lupo in turba puerorum repente tabulam scriptoriam ablatam esse aiunt. Tradunt etiam, cum militiae tirocinium iniret, aquilam in eius clipeo, noctuam in hasta consedisse. Consilii viriumque id indicium fuisse vates docuerunt regiique fastigii. Sed certiora signa mox ipse edidit. Nam forma et vi corporis eximius fuit; ingenio, temperantia, iustitia, comitate clarior atque illustrior.

Livio

Gerone da bambino fu abbandonato dal padre Ierocle, che riconduceva la sua stirpe fino a Gelone antico tiranno della Sicilia, perché il padre si vergognava di riconoscere la prole generata da un’ancella. Ma le api per molti giorni nutrirono, con il miele introdotto nella bocca, il fanciullino, privato di ogni umana speranza. Ierocle, informato di questo prodigio e dei responsi degli aruspici, i quali assicuravano che al giovinetto era preannunciata la dignità regale, riprese l’infante, lo riconobbe e lo fece educare con diligenza nella speranza di una futura grandezza. Dopo ciò mentre a scuola studiava tra i coetanei, dicono che da un lupo gli venne all’improvviso portata via, in mezzo alla moltitudine dei ragazzi, una tavoletta per scrivere. Tramandano anche che, quando cominciava il tirocinio del servizio militare, un’aquila si posò sul suo scudo, una civetta sulla sua lancia. I vati spiegarono che questo era stato un segno della sua saggezza, potenza e dignità regale. Ma in seguito egli stesso diede segnali più precisi. Infatti fu straordinario per l’aspetto e la forza fisica; più illustre e insigne per ingegno, moderazione, senso di giustizia, cortesia.