Vivere e morire per dieci assi al giorno

[C’era nel campo di Giunio Blesio un tale Percennio, che un tempo era capo-clàque prezzolato, poi era diventato una recluta. Sapeva farsi ascoltare, dotato di un certo piglio istrionale.] Satis ? dicebat ? per tot annos ignavia peccatum esse, quod tricena aut quadragena stipendia senes et plerique truncato ex vulneribus corpore tolerabant. Ne dimissis quidem finem esse militiae certum, sed, apud vexillum tendentes, alio vocabulo eosdem labores perferre. Ac si quis tot casus superaverat, trahebatur adhuc diversas in terras, ubi per nomen agrorum uligines paludum vel inculta montium accipiebat. Enimvero militiam ipsam gravem, infructuosam esse: denis in diem assibus animam et corpus aestimari. Hinc (“Con questi”) vestem, arma, tentoria, hinc saevitiam centurionum et vacationes munerum redimi. At verbera et vulnera, duram hiemem, exercitas aestates, bellum atrox aut sterilem pacem sempiterna esse. [Non ci poteva essere altro rimedio che servire la legione a precise condizioni: una paga di un denario, il congedo al sedicesimo anno di servizio, la fine delle vessillazioni, il salario liquidato direttamente nel campo.]

Tacito

A sufficienza – diceva – per tanti anni si era peccato di viltà, giacché vecchi e moltissimi col corpo mutilato dalle ferite sopportavano trenta o quaranta anni di milizia. Neppure per i congedati la fine del servizio militare era certa, ma, accampandosi presso il vessillo (=trattenendosi come vessillari), sostenevano con un altro nome le stesse fatiche. E se qualcuno aveva superato tante disgrazie, veniva per giunta trascinato in terre lontane, dove riceveva, sotto il nome di campi, paludi fangose o monti selvaggi. Senza dubbio il servizio militare era duro, senza profitto: l’anima e il corpo erano valutati dieci assi al giorno. Con questi venivano comprate le vesti, le armi, le tende, con questi veniva scongiurata la spietatezza dei centurioni e riscattata l’esenzione da compiti gravosi. Ma c’erano eternamente colpi di sferza e ferite, rigidi inverni, faticose estati, una guerra terribile o una sterile pace.