I Romani escono dall’accampamento

Cicero, qui omnes superiores dies praeceptis Caesaris summa diligentia milites in castris continuisset ac ne calonem quidem extra munitiones egredi passus esset, septimo die, de numero dierum Caesarem fidem non servaturum ratus, quod longius eum progressum audiebat neque ulla de reditu eius fama adferebatur, simul eorum permotus vocibus, qui illius patientiam paene obsessionem appellabant, siquidem ex castris egredi non liceret, nullum eiusmodi casum exspectans, quo novem oppositis legionibus maximoque equitatu dispersis ac paene deletis hostibus in milibus passuum tribus offendi posset, quinque cohortes in proximas segetes mittit, quas inter (inter quas) et castra unus omnino collis intererat. Complures erant in castris ex legionibus aegri relicti; ex quibus qui hoc spatio dierum convaluerant, circiter trecenti sub vexillo una mittuntur; magna praeterea multitudo calonum, magna vis iumentorum quae in castris subsederat, facta potestate sequitur.

Il mio latino – Pag.16 n.24 – Cesare

Cicerone, che in tutti i giorni precedenti, secondo gli ordini di Cesare, aveva mantenuto con grandissimo scrupolo i soldati nell’accampamento e non aveva permesso che neppure un facchino uscisse fuori dalle fortificazioni, il settimo giorno, ritenendo che Cesare non avrebbe mantenuto la parola riguardo al numero dei giorni, poiché sentiva dire che lui si era spinto molto lontano e non veniva portata nessuna notizia sul suo ritorno, turbato contemporaneamente dalle voci di quelli che chiamavano la tenacia di quello quasi un assedio, dal momento che non era possibile uscire dall’accampamento, aspettando nessun caso di genere tale, per cui, essendo disposte nove legioni e una numerosissima cavalleria ed essendo i nemici stati dispersi e quasi eliminati, potesse esser danneggiato in tremila passi, manda cinque coorti nei campi vicini, tra i quali e l’accampamento c’era in tutto una sola collina. Molti delle legioni erano stati lasciati nell’accampamento malati; tra questi coloro che erano guariti durante questi giorni (lett: in questo intervallo di giorni), circa trecento, vengono mandati insieme sotto un’insegna; inoltre una gran moltitudine di facchini, una gran quantità di giumenti, che si erano fermati nell’accampamento, concesso il permesso, segue.

Traduzione alternativa
Cicerone, che in tutti i giorni precedenti aveva trattenuto, secondo gli ordini di Cesare, con estrema cura, i soldati negli accampamenti, e non aveva permesso che neppure un servo di soldato uscisse dalle fortificazioni, il settimo giorno, non credendo che Cesare sarebbe stato puntuale come promesso, poiché sentiva dire che si era spinto più lontano e non veniva riferita nessuna notizia sul suo ritorno), preoccupato contemporaneamente dalle voci di quelli che quasi chiamavano la sua pazienza un assedio, visto che a nessuno era permesso uscire dall’accampamento, non aspettandosi che i suoi corressero alcun pericolo, poste davanti nove legioni, e avendo disperso soprattutto la cavalleria, avendo quasi distrutto i nemici per potersi urtare nel raggio di tre miglia, mandò cinque coorti nei campi più vicini, tra le quali e l’accampamento era inframezzato solo un colle. Moltissimi malati tra le legioni vennero lasciati nell’accampamento; tra questi, i convalescenti in questo intervallo di giorni, circa trecento vennero fatti passare insieme sotto il vessillo; inoltre, una grande moltitudine di servi di soldati, una gran quantità di bestie da carico, accovacciata nell’accampamento, seguì appena ottenuto il permesso.