Appassionato discorso di un console al popolo

«Quirites, multa mihi pericula domi militiaeque, multa adversa fuere; quorum alia toleravi, alia reppuli deorum auxilio et virtute mea. Malae secundaeque res opes, non ingenium, mihi mutabant. At contra in his miseriis cuncta me cum fortuna deseruere. Consules nos fecistis, Quirites, domi bellique impeditissima re publica. Namque in Hispania imperatores stipendium, milites, arma, frumentum poscunt; et id res cogit, quoniam defectione sociorum et fuga Sertorii per montes neque manu certare possunt neque utilia parare. Exercitus in Asia Ciliciaque ob nimias opes Mithridatis aluntur; Macedonia plena hostium est. Vectigalia parva et bellis incerta vix partem sumptuum sustinent: ita classe, quae commeatus tuebatur, minore quam antea navigamus. Haec si dolo aut socordia nostra contracta sunt, agite, ut monet ira vestra, supplicium de nobis sumite; sin (= ma se) fortuna communis asperior est, quare indigna vobis nobisque et re publica incipitis?».

Sallustio

“Quiriti, mi sono accadute in pace e in guerra molte cose pericolose, molte cose avverse; alcune delle quali ho sopportato, altre ho respinto grazie all’aiuto degli dei e al mio valore. Gli eventi sfavorevoli e quelli favorevoli modificavano le mie risorse, non il mio carattere. Ma invece in queste sventure insieme alla fortuna tutto mi ha abbandonato. Ci avete nominato consoli, o Quiriti, in un frangente particolarmente difficile per lo Stato in patria e in guerra. Infatti in Spagna i generali chiedono lo stipendio, soldati, armi, frumento; e la necessità lo esige, dal momento che, per la dfezione degli alleati e per la fuga di Sertorio attraverso i monti, non possono nè combattere nè predisporre cose utili. Si mantengono eserciti in Asia e in Cilicia a causa delle eccezionali forze di Mitridate; la Macedonia è piena di nemici. I tributi scarsi e incerti per le guerre sostengono a malapena una parte delle spese: di conseguenza navighiamo con la flotta, che salvaguardava gli approvvigionamenti, più piccola di quella di prima. Se queste cose sono state cagionate da una nostra colpa o da una nostra sconsideratezza, agite come consiglia la vostra ira, giustiziateci; ma se è la sorte comune (ad essere) più avversa, per quale ragione intraprendete cose indegne di voi e di noi e dello Stato?”.