Assalto al palazzo di Priamo

Graeci, Troiam funditus delere volentes, ad infelicis Priami tecta ruerunt et, facta testudine, limen obsederunt. Troiani, contra, strictis armis, fores obsederunt atque has servaverunt. Tunc magnus timor Troianos incessit, ne Troiae finis iam adesset; itaque omnes regiae succurrerunt (+ dat.) vimque victis addere voluerunt. Postea, duce Aenea, ad summi culminis fastigia evaserunt, unde miseri Troiani tela manu iactabant, valde dolentes, quod omnia, diis Troiae finem volentibus, inrita erant. Sed ii turrim in praecipiti stantem convellerunt impuleruntque. Ea, repente occidens, ruinam cum sonitu traxit et super Danaorum agmina late incidit: sed alii succedebant, nec saxa, nec ullum telorum genus interea cessabat.

I Greci, volendo distruggere Troia dalle fondamenta, si precipitarono verso la dimora dello sventurato Priamo e, creata una testuggine, assediarono la porta. I Troiani, invece, impugnate le armi, occuparono le porte e le difesero. Allora nei Troiani si insinuò il grande timore che fosse ormai vicina la fine di Troia; pertanto tutti soccorsero la reggia e vollero infondere vigore ai vinti. Poi, sotto la guida di Enea, salirono sulla sommità del punto più alto del tetto, da dove gli sventurati Troiani scagliavano i dardi con le mani, dolendosi molto, poiché ogni cosa, dal momento che gli dei volevano la fine di Troia, erano inutili. Ma essi sradicarono e spinsero una torre che si ergeva a picco. Essa (= la torre), scivolando all’improvviso, crollò con fragore e cadde largamente sulle schiere dei Greci: ma altri subentravano e nel frattempo non cessavano né le pietre, né alcun genere di dardi.