Al lupo! Al lupo!

Agnos et capellas puer in prato pascebat, in vicino agro terram agricolae arabant. Tum puer per iocum periculum simulat et agricolarum auxilium petit: «Ecce lupus! Accurrite, agricolae! Agni et capellae meae in magno periculo sunt!». Coloni cum magnis baculis undique accurrunt sed nec lupum nec lupi vestigia inveniunt. Tunc ludum intellegunt ac ad operas suas remeant. Postridie puer iocum iterat et agricolarum auxilium rursus invocat: «Saevus lupus e silva erumpit. Succurrite, agricolae, misero puero!». Coloni statim accurrunt sed frustra: nec lupum nec ullum periculum inveniunt. Itaque propter magnam molestiam pueri stultitiam duris verbis obiurgant. Post paucas horas lupus famelicus vere apparet et puer magna cum vehementia auxilium invocat. Agricolae tamen pueri verbis non credunt et in agris suis tranquilli permanent. Itaque agni et capellae a lupo voratur et puer inepti ioci poenam luit.

Un fanciullo pascolava agnelli e caprette in un prato, in un campo vicino dei contadini aravano la terra. Allora il fanciullo finge per gioco il pericolo e chiede l’aiuto dei contadini: «Ecco il lupo! Contadini, accorrete! I miei agnelli e le mie capre sono in grande pericolo!». I coloni accorrono da ogni parte con grandi bastoni ma non trovano né il lupo né le tracce del lupo. Capiscono allora lo scherzo e tornano ai loro lavori. Il giorno successivo il fanciullo ripete il gioco e invoca di nuovo l’aiuto dei contadini: «Un feroce lupo sbuca dalla foresta. Contadini, soccorrete uno sventurato fanciullo!». Subito gli agricoltori accorrono ma invano: non trovano né il lupo né alcun pericolo. Così per il grande fastidio con dure parole rimproverano la stupidità del fanciullo. Dopo poche ore un lupo appare davvero e il fanciullo invoca aiuto con foga. Tuttavia i contadini non credono alle parole del fanciullo e rimangono tranquilli nei loro campi. Così gli agnelli e le caprette sono divorate dal lupo e il ragazzo sconta la pena dello sciocco gioco.