La gloria di Traiano

Inter alia dicta hoc ipsius fertur egregium. Amicis enim culpantibus, quod nimium circa omnes communis esset, respondit talem se imperatorem esse privatis, quales esse sibi imperatores privatus optasset. Post ingentem igitur gloriam belli domique quaesitam e Perside rediens apud Seleuciam Isauriae profluvio ventris extinctus est. Obiit autem aetatis anno sexagesimo tertio, mense nono, die quarto, imperii nono decimo, mense sexto, die quinto decimo. Inter Divos relatus est solusque omnium intra urbem sepultus est. Ossa conlata in urnam auream in foro, quod aedificavit, sub columna posita sunt, cuius altitudo CXLIV pedes habet. Huius tantum memoriae delatum est, ut usque ad nostram aetatem non aliter in senatu principibus adclametur, nisi “Felicior Augusto, melior Traiano”. Adeo in eo gloria bonitatis obtinuit, ut vel adsentantibus vel vere laudantibus occasionem magnificentissimi praestet exempli.

Nexus – Pag.43 n.8 – Eutropio

Fra gli altri detti di lui questo è dato (come) notevole. Gli amici infatti biasimandolo che fosse troppo alla mano con tutti, rispose che egli imperatore era coi privati tale, quale un privato poteva bramare che gli imperatori fossero con lui. Dunque dopo acquistata un’immensa gloria in guerra e in pace, tornando dalla Persia morì di dissenteria presso Seleucia di Isauria. Si spense poi a 63 anni d’età, nove mesi, quattro giorni, dopo diciannove di regno, sei mesi e quindici giorni. Fu ascritto fra gli Dei e solo fra tutti fu sepolto entro la città. Le ossa raccolte in un’urna d’oro furono poste nel foro, che edificò, sotto una colonna, la cui altezza tocca centoquarantaquattro piedi. Di lui rimase sì gran memoria, che fino ai nostri tempi nel senato non si acclamano i prìncipi altrimenti che (con le parole): “(Sii) più felice di Augusto, migliore di Traiano”. A tal punto valse in lui la gloria della bontà, che presta l’occasione dell’esempio più magnifico vuoi agli adulatori vuoi a chi loda sinceramente.