Annibale oltrepassa le Alpi

Carthaginienses in iugum Alpium per invia et errores pervenerunt. Biduum (“Per due giorni”) in iugo castra posita sunt militibusque, qui itineris labore ac pugnis fessi erant, quies data est; iumentaque, quae in rupibus ceciderant, propter agminis vestigia in castra pervenerunt. Prima luce ii castra moverunt et, quia pigritia et desperatio in omnium vultu eminebant, Hannibal, Carthaginiensium dux, exercitum in promunturio constitit et Italiam camposque Circumpadanos ostentavit, dicens: «Non Italiae moenia tum transcendemus, sed urbis Romanae moenia; deinde cetera plana et proclivia erunt; uno aut altero proelio caput Italiae in manu ac potestate habebimus!». Sic ille militum animum viresque redintegravit.

Livio

I Cartaginesi giunsero sulla sommità delle Alpi attraverso luoghi impervi e giri tortuosi. Sulla sommità l’accampamento fu posto per due giorni e fu concesso riposo ai soldati, che erano stanchi per la fatica della marcia e per le battaglie; le bestie da soma, che erano cadute sulle rocce, giunsero nell’accampamento grazie alle impronte dell’esercito. Sul far dell’alba essi levarono le tende e, poiché sul volto di tutti appariva riluttanza e disperazione, Annibale, comandante dei Cartaginesi, fermò l’esercito su un promontorio e mostrò l’Italia e i campi che si trovano vicino al Po, dicendo: «In seguito non scaleremo le mura dell’Italia, ma le mura della città di Roma; quindi gli altri luoghi saranno pianeggianti e in discesa; con uno o due combattimenti avremo in mano e in potere la capitale dell’Italia!». Così quello ravvivò il coraggio e le forze dei soldati.