Antigono ottiene il regno con l’astuzia

n Macedonia Demetrius rex, relicto filio Philippo parvulo admodum, decessit. Philippo Antigonus tutor datus est, qui, accepta in matrimonium matre pupilli, regem se fecit. Interiecto deinde tempore, cum eum pigitum esset se clausum in regia seditione Macedonum teneri, in publicum sine satellitibus processit, proiectoque in vulgus diademate ac purpura sic locutus est: «Date haec alteri, qui vobis gratus sit. Me non fugit hoc regnum non voluptatibus, sed laboribus ac periculis plenum esse». Commemorat deinde beneficia sua: dicit se defectionem sociorum vindicavisse et dignitatem Macedonum defendisse et auxisse. «Si vos horum beneficiorum paenitet ? inquit ? paratus sum deponere imperium quod a vobis mihi donatum est, quia regem quaeritis, cui imperare possitis». Cum populus, pudore motus, recipere eum regnum iuberet, tam diu recusavit, quoad (“finché”) seditionis auctores necarentur.

Giustino

In Macedonia il re Demetrio morì, lasciando il figlio Filippo piccolissimo. A Filippo fu assegnato come tutore Antigono, il quale, dopo aver preso in matrimonio la madre dell’orfano, si fece re. Trascorso poi del tempo, avendo vergogna di essere tenuto bloccato nella reggia da una ribellione dei Macedoni, uscì fuori in pubblico senza scorta, e, lanciati verso la folla il diadema e l’abito di porpora, così parlò: “Date queste cose ad un altro, che vi sia gradito. Non mi sfugge che questo regno è pieno non di gioie, ma di fatiche e di pericoli”. Menzionò quindi le sue benemerenze: disse di aver punito la defezione degli alleati e di aver difeso e accresciuto il prestigio dei Macedoni. “Se siete scontenti di questi servigi – disse – sono pronto ad abbandonare il potere che da voi mi è stato concesso, perché cerchiate un re a cui possiate comandare”. Sebbene il popolo, mosso da vergogna, lo invitasse a riprendere il regno, rifiutò tanto a lungo, finché i fautori della rivolta vennero uccisi.