Come Pisistrato divenne tiranno di Atene

Dorienses suis dolis hosti victoriam dederunt. Sed Pisistratus, quasi sibi, non patriae vicisset, tyrannidem per dolum occupat. Quippe, voluntariis verberibus domi adfectus laceratoque corpore in publicum egreditur, advocata contione vulnera populo ostendit, de crudelitate principum, a quibus haec se passum esse simulabat, queritur; adduntur vocibus lacrimae et credula multitudo invidiosa oratione accenditur; amore plebis invisum se senatui simulat. Obtinet ad custodiam corporis sui satellitum auxilium, per quos, occupata tyrannide, per annos XXXIII regnavit.

Giustino

I Dori con le loro astuzie diedero la vittoria al nemico. Ma Pisistrato, come se avesse vinto per sè, non per la patria, s’impadronì con l’inganno del potere assoluto. Giacché, dopo essersi inflitto in casa intenzionali colpi di staffile, uscì in pubblico col corpo straziato e, convocata l’assemblea, mostrò le ferite al popolo, si lamentò della crudeltà dei capi, dai quali fingeva di aver subito quelle ferite; le lacrime si aggiunsero alle parole e il credulo volgo venne eccitato da un discorso pieno d’odio; simulò che per amore della plebe fosse inviso al senato. Ottenne per la protezione del suo corpo l’assistenza delle guardie del corpo, grazie alle quali, impossessatosi del dominio assoluto, regnò per 33 anni.