Coriolano si accinge ad attaccare Roma

Multitudo ingens pacem poscentium consules coegit ut senatum de legatis ad Cn. Marcium mittendis convocarent. Missi ad Marcium pacis petendae gratia oratores hoc atrox responsum rettulerunt: «Romani, Volscis agrum reddite! Tum demum de pace agere poterimus». Tanta erat Coriolani obstinatio ut iterum iidem missi in castra recepti non sint. Sacerdotes quoque ad eum supplicandum ierunt, sed frustra. Stupebat senatus, trepidabat populus, viri pariter ac mulieres exitium imminens lamentabantur. Tum matronae ad Veturiam matrem Coriolani Volumniamque uxorem frequentes coeunt. Id publicum consilium an muliebris timor fuerit, nescimus; sed fecerunt ut et Veturia, magno natu mulier, et Volumnia duos parvos ex Marcio filios ferens secum in castra hostium irent. Cum armis viri defendere urbem non possent, mulieres precando lacrimandoque eam defenderunt. Ut ad castra ventum est, Coriolano nuntiatum est adesse ingens mulierum agmen. Ille, qui nec publica legatorum maiestate nec sacerdotum religione motus erat, multo obstinatior adversus lacrimas muliebres erat.

Livio

Un’enorme moltitudine di persone che chiedevano la pace costrinse i consoli a convocare il senato per inviare gli ambasciatori da Gneo Marcio. I delegati, inviati a Marcio per chiedere la pace, riferirono questa dura risposta: “Romani, restituite il territorio ai Volsci! Allora soltanto potremo discutere della pace”. Così grande era la fermezza di Coriolano che gli stessi, inviati di nuovo, non furono ammessi nell’accampamento. Anche i sacerdoti andarono a supplicarlo, ma invano. Il senato era attonito, il popolo trepidava, gli uomini come le donne piangevano l’imminente fine. Allora le matrone andarono insieme numerose da Veturia, madre di Coriolano, e da Volumnia, la moglie. Non so se ci sia stata una decisione pubblica o (solo) la paura delle donne; ma fecero in modo che e Veturia, donna anziana, e Volumnia, portando con sè i due piccoli figli avuti da Marcio, andassero nell’accampamento dei nemici. Poichè gli uomini non potevono difendere la città con le armi, le donne la difesero con le preghiere e le lacrime. Quando si giunse all’accampamento, venne annunciato a Coriolano che si era presentata una grande folla di donne. Quello, che non era stato turbato nè dalla pubblica dignità degli ambasciatori nè dalla santità dei sacerdoti, era molto più ostinato nei confronti delle lacrime delle donne.