Elogio di Cesare

Domuisti gentes immanitate barbaras, multitudine innumerabiles, locis infinitas, omni copiarum genere abundantes: sed tamen ea vicisti, quae et naturam et condicionem ut vinci possent habebant. Nulla est enim tanta vis, quae non ferro et viribus debilitari frangique possit. Animum vincere, iracundiam cohibere, victoriam temperare, adversarium nobilitate, ingenio, virtute praestantem non modo extollere iacentem, sed etiam amplificare eius pristinam dignitatem, haec qui fecit, non ego eum cum summis viris comparo, sed simillimum deo iudico. Itaque, C. Caesar, bellicae tuae laudes celebrabuntur illae quidem non solum nostris, sed paene omnium gentium litteris atque linguis, nec ulla umquam aetas de tuis laudibus conticescet. Sed tamen eius modi res nescio quo modo etiam cum leguntur, obstrepi clamore militum videntur et tubarum sono. At vero cum aliquid clementer, mansuete, iuste, moderate, sapienter factum – in iracundia praesertim, quae est inimica consilio, et in victoria, quae natura insolens et superba est – audimus aut legimus, quo studio incendimur, non modo in gestis rebus, sed etiam in fictis, ut eos saepe, quos numquam vidimus, diligamus!

Cicerone

Hai sottomesso popolazioni barbare per ferocia, innumerevoli per moltitudine, infinite per stanziamenti, ricche di ogni genere di risorse: ma tuttavia hai sconfitto quelle che avevano una natura e una condizione tali che potevano essere sconfitte. Infatti non vi è nessuna forza tanto grande che non possa essere indebolita e spezzata dalle armi e dalle forze. Vincere l’indole, trattenere la collera, mitigare la vittoria, non soltanto sollevare l’avversario insigne per nobiltà, ingegno e virtù quando è caduto, ma anche accrescere la sua antica dignità, chi ha fatto queste cose, io non lo paragono ai più grandi uomini, ma lo giudico assai simile a un dio. Pertanto, o Gaio Cesare, quelle tue celebri imprese guerresche saranno celebrate dagli scritti e dalle lingue non solo nostre, ma quasi di tutte le genti, e mai nessuna epoca tacerà riguardo alle tue lodi. Ma tuttavia, non so come, anche quando cose di questo genere di leggono, sembra che siano sopraffatte dallo schiamazzo dei soldati e dal suono delle trombe. Ma quando ascoltiamo o leggiamo che qualcosa è stato compiuto con clemenza, con mitezza, con equità, con moderazione, con saggezza – soprattutto durante la collera, che è ostile alla riflessione, e durante la vittoria, che è sfrontata e arrogante per natura -, siamo stimolati da un tale entusiasmo, non solo a proposito di imprese compiute, ma anche immaginate, che spesso apprezziamo persone che non abbiamo mai visto!