Mercurio e Silvano, due divinità romane

Saepe Romanorum nummi titulum habebant: «Mercurio». Nam Mercurius mercaturae negotiisque favebat; Iovis (= di Giove) Maiaeque filius erat, caduceum destringebat et animas in (+ acc., = nel) regnum Plutonis (= di Plutone) ducebat. Silvanus autem silvas agrosque custodiebat. Ab agricolis Silvano luci et fana dicabantur; eius (= le sue) signa pinorum ramis coronabantur. Autumno (= In autunno) novae arae Silvano consecrabantur et hostiae immolabantur; a patribus (= dai padri) familias his (= con queste) verbis invocabatur: «Morbos depelle, Silvane, agros, tecta familiasque protege!».

Spesso le monete dei Romani avevano un’iscrizione: «A Mercurio». Infatti Mercurio favoriva il commercio e gli affari; era figlio di Giove e di Maia, impugnava il caduceo e guidava le anime nel regno di Plutone. Silvano invece proteggeva i boschi e i campi. Dai contadini erano dedicati boschi e santuari a Silvano; le sue statue erano incoronate con rami di pini. In autunno si consacravano nuovi altari a Silvano e si sacrificavano vittime; dai padri di famiglia era invocato con queste parole: «Allontana le malattie, o Silvano, proteggi i campi, le case e le famiglie!».