Enea si prepara a scendere nel regno dei morti

Ut Sibylla dixerat, descensus in Avernum facilis erat: ianua atri Ditis noctes atque dies patebat; sed redeundi et ad auras evadendi facultas paucis data erat. Per Sibyllam, vero, pius Aeneas cognoverat quae peragenda essent. Primum aureus ramus, in arbore opaca latens, carpendus erat, qui Proserpinae muneri daretur; deinde iacebat exanimum corpus amici Aeneae humandum, quod totam classem contaminabat: itaque Aeneae condendum in sepulcro erat. Denique nigrae pecudes ducendae erant ut prima piacula. Cumaea Sibylla tali modo Aeneam Stygis lucos et regna invia vivis conspecturum esse dixit.

Come aveva detto la Sibilla, la discesa nell’Arverno era facile: la porta dell’oscuro Dite era aperta notte e giorno; ma a pochi era concessa la facoltà di ritornare e uscire all’aperto. Ma il pio Enea tramite la Sibilla aveva appreso le cose che si dovevano compiere. Innanzitutto bisognava spezzare un ramo d’oro, che si nascondeva in un albero oscuro, che si desse in dono a Proserpina; poi il corpo esanime dell’amico di Enea da seppellire, che contaminava tutta la flotta, giaceva a terra: pertanto Enea lo doveva chiuderlo nel sepolcro. Infine bisognava condurre un gregge scuro come primi sacrifici espiatori. La Sibilla Cumana disse che in tal mondo Enea avrebbe visto i boschi e i regni inaccessibili ai vivi dello Stige.